Suor Maria Elia della Vergine del Carmelo

1922-2010

“Carmelitis esto propitia, Stella Maris”

Suor Maria Elia della Vergine del Carmelo (Aurelia Aurora Rubino), nacque il 15 dicembre 1922 a Taranto. Giovane impegnata in parrocchia, divenne terziaria carmelitana mentre terminava gli studi magistrali e si inseriva nella scuola primaria come solerte insegnante.

Ma la chiamata ad una vita di maggiore silenzio e preghiera diventava sempre più intensa, fino a decidersi per l’ingresso alla S. Croce di Lucca, il Carmelo napoletano, di cui aveva conosciuto l’esistenza dal suo confessore, carmelitano. Convinti i genitori, poco entusiasti di una scelta che vedeva una figlia lasciare il lavoro già ricco di soddisfazioni, la sua città natale ed un avvenire promettente, entrò in Carmelo l’11 Luglio 1951, facendo la vestizione il 17 Aprile del 1952. Per la solennità della S. Croce, allora presente nel calendario liturgico, titolare del Monastero, si impegnò con i voti semplici il 3 Maggio 1953 e i voti solenni nel 1956.

Entrata a Napoli nel monastero di Salita Pontecorvo, non fu piccolo sacrificio per una monaca amante della vita silenziosa e ritirata, accogliere, in spirito di fede, i vari pellegrinaggi che hanno visto la sua Comunità prima a Portici, poi a Pollena fino a Roccagloriosa (SA). Dinanzi a chi le consigliava di trasferirsi altrove, magari nella sua città natale, aveva sempre risposto di voler rimanere nella sua Comunità di professione, alla quale voleva rimanere fedele, come al Signore, nella buona e nella cattiva sorte.

Dotata di una buona preparazione, le furono affidati, in tempi diversi, compiti di Maestra e Consigliera. Nel 1969 fu eletta Priora, ma non sentendosi all’altezza di tale compito, supplicò la Comunità e i Superiori di esonerarla da tale ufficio. A più riprese ha avuto il compito di segretaria del Capitolo e del Consiglio e molti verbali sono stati vergati dalla sua scrittura regolare ed ordinata.

Per lunghi anni ha collaborato con il lavoro in sartoria e guardaroba, svolgendo il suo compito anche quando il diminuire delle forze mise a dura prova il suo proverbiale spirito di autonomia. Fin dove ha potuto, ha cercato di non pesare sulle Sorelle, sforzandosi di non lasciarsi andare e di camminare con un bastone pure quando, fragile e traballante, le era diventato faticoso.

Devota alla Vergine che invocava spesso come Madre, in suo onore voleva prender parte al coro senza rinunciarvi nel momento in cui si trovava sempre più in difficoltà (a causa di alcuni problemi di memoria) nell’orientarsi tra le diverse rubriche. Spesso, negli ultimi anni, il suo affannoso girare le pagine ha costituito la più intensa preghiera dell’umile, ben vicina al cuore del Signore, da parte di chi, in altri tempi, ben altra autonomia aveva conosciuto sui libri e tra le parole.

Il desiderio e la fede, di sicuro, colmavano le fatiche di un’età avanzata e provata. Aveva cercato la compagnia delle Sorelle ed interveniva nel confronto comunitario. Quando qualcosa andava diversamente dalle intenzioni e dai propositi, un suo punto di forza è stata sempre la capacità di chiedere scusa e di ricominciare, come una semplice novizia.

La sua salute rese, infine, inevitabile il ricovero in ospedale prima ed in una struttura attrezzata poi, che le costò molto, non potendo più assicurarle un’adeguata assistenza in Monastero. Dopo una lunga e penosa infermità, è stata chiamata alla casa del Padre il 10 febbraio 2010, per ricevere la corona della vita piena.