Grata di un coretto dell'ex Carmelo di Fasano
Grata di un coretto dell'ex Carmelo di Fasano

La Venerabile


Rosa Maria Serio

 

La Fondazione del Carmelo di Fasano

 

Viveva in Fasano un pio calzolaio, Francesco Paolo Semeraro che aveva quattro figlie, tra cui la maggiore, Anna Maria, era particolarmente bella e virtuosa.

 

Dinanzi all’ipotesi di un matrimonio, probabilmente ipotesi non gradita dalla giovane, insorsero problemi nervosi che furono interpretati come vessazione diabolica, fino a quando, per intercessione della Madonna del Pozzo, si venne a capo della questione.

 

Successivamente, con l’aiuto di un predicatore Carmelitano Scalzo, padre Cherubino della Croce, Anna Maria, pur rimanendo a casa, ricevette l’abito di terziaria carmelitana scalza, ricevendo il nome di suor Cherubina di s. Giuseppe, seguita presto dalle sue tre sorelle e da altre otto ragazze.

 

Il 29 novembre del 1681, il gruppo ebbe la donazione di una casa patrizia e di diversi poderi, provenienti dalle anziane sorelle donna Palma e donna Francesca d’Ittay Loyo, di origine spagnola, residenti ormai a Fasano, che divennero suor Maria Vittoria di s. Pietro e suor M. Battista della Passione, dando inizio alla vita comune nel Conservatorio di terziarie carmelitane scalze S. Teresa che non esigeva una stretta clausura e pertanto richiedeva un patrimonio più ridotto per la fondazione, così come più esigue erano le doti necessarie alle novizie per entrare.

 

Pare che il gruppo di terziarie, per qualche tempo, abbia assunto le Costituzioni di s. Teresa, anche se tale notizia suscita delle perplessità. E' più probabile che avessero degli Statuti approvati dal Vescovo di Ostuni  (finora però mai individuati),  in quanto si trattava di un Conservatorio senza clausura e approvazione papale. 

Volendo, più tardi, diventare da Conservatorio  Monastero (pur volendo mantenere l'educandato), insorse il problema del numero, giunto ormai a trenta sorelle in quanto, per le Costituzioni teresiane, e sorelle non potevano superare le ventuno. 

 

Per intercessione di suor Rosa Maria, la stessa s. Teresa, sarebbe intervenuta in sogno a risolvere il problema dicendo: «Figlia, non vi affliggete, che dovete vivere sotto altre Costituzioni; e per non mutare il Santo Abito della nostra gran Madre Regina del Carmine, vi offerisco per Madre Maria Maddalena de’ Pazzi, perché noi siamo tutte e due una sola cosa».

 

Depliant Ven. Rosa Maria Serio e il Carmelo di Fasano
Depliant Serio.pdf
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Se non si può garantire l’opinione di s. Teresa così ricevuta,  in tale racconto emerge, però, di sicuro l’idea delle Carmelitane  di Fasano che desideravano essere Carmelitane. E il 3 maggio del 1694 entrarono in un nuovo Monastero già parzialmente costruito e per l'occasione completato tra non poche difficoltà, nel centro di Fasano,  che divenne un Carmelo diocesano intitolato a S. Giuseppe, ispirato alla Regola del Carmelo.

 

Ma non avevano ancora la clausura che venne più tardi, dopo aver risolto dei problemi di proprietà con l’ordine di Malta, proprietario di Fasano, attraverso un breve di Innocenzo XII del 20 febbraio 1698.

 

Parte del chiostro - Fasano
Parte del chiostro - Fasano

In questo monastero trascorse l'intera vita della Madre Rosa Maria Serio prima come terziaria scalza (di qui il nome popolare di Teresiane) poi come monaca claustrale carmelitana.

 

Le ultime sorelle di questa comunità, molto anziane e malandate, provate anche dalle soppressioni e dall'indigenza, chiesero un indulto al papa per poter tornare in famiglia ed esservi assistite, mantenendo i voti e l'abito religioso. Esso fu concesso il 1 giugno 1908. Le ultime sorelle, Porzia Bianchi, le sorelle Clementina e Albina Catalano e Domenica Catalano lasciarono il monastero il 16 giugno 1908.

 

Attualmente, parte dello stabile, ampiamente ristrutturato,  è stato adibito ad edifici pubblici e scuole (prima Liceo classico, poi Istituto alberghiero). Parte è diventato centro commerciale, mentre i lati superstiti del chiostro, ormai smembrato, è ancora indicato come "I Portici delle Teresiane".

 

Quanti si sentono interpellati dalla Ven. Rosa Maria devono gratitudine alla fasanese suor Maria Celina di Gesù Nazareno, la carmelitana che ha mantenuto vivo in terra di Puglia la memoria della Venerabile sua Sorella maggiore

 

 

Le dolorose vicende del processo canonico

 

Morta madre Rosa Maria nel 1726, tale era la stima che si faceva di lei, le segnalazioni di grazie ricevute, la richiesta di conoscerne la vita, che molto presto, nel 1728, fu avviato il processo canonico.

 

Fu promossa una prima edizione della sua vita, scritta da un celebre gesuita, Gentili, che uscita a Roma nel 1738, ebbe buon successo con numerose ristampe.

 

Il 22 settembre 1741, Benedetto XIV, firmò l’introduzione della Causa di Beatificazione.

Il 27 dicembre del 1739, avvenne una prima ricognizione del corpo da cui si spandeva un grato odore, notato da tutti gli incaricati.

 

Mentre il processo apostolico era già iniziato, nel 1745 si diffusero tra la popolazione opuscoli insinuanti dubbi sulla santità della Serio che si sparsero a macchia d’olio giungendo fino a Roma e tale fu il tumulto che, nell’agosto 1747, la Congregazione impose il silenzio perpetuo alla causa, malgrado la confessione giurata in punto di morte ed in seguito anche edita,il 10 aprile 1747, fatta da un ecclesiastico che, per rancore personale verso la  Venerabile e le sue sorelle.

A tale amara conclusione si aggiunsero i disordini insorti nel monastero di Fasano. Infatti in esso, le sorelle della Venerabilefautrici di una vita monastica seria ed impegnata, erano state fatte segno di false accuse da parte di alcune sorelle monacate a forza dalle rispettive famiglie di origine napoletana, che ben altro stile di vita avrebbero desiderato.

 

Malgrado un ulteriore permesso dato da Pio VI (1797) di riprendere la causa, le difficoltà determinate dall'invasione napoleonica prima e il timore di dover evidenziare i problemi emersi nel procedimento, bloccarono anche in seguito, i tentativi fatti per riaprire il procedimento.

 

E fu un peccato, in quanto la conversione dell'ecclesiastico implicato nel primo arresto, non venne valorizzata come meritava quale esempio di chi, pur avendo errato, è capace di chiedere perdono affidandosi alla misericordia  di Dio e degli uomini.

Il 16 giugno 1908, quando le ultime monache dovettero abbandonare il Carmelo di Fasano, stando a ciò che scrive Boaga (Suor Maria Rosa Serio, 426), i delegati del Vescovo avrebbero proceduto all'esumazione di quanto rimaneva nella sepoltura della Venerabile (non si comprende dove: in capitolo? nell'oratorio? o in qualche zona del monastero?), per rimetterla, forse, nella chiesetta monastica.

E ne sarebbe nata pure una contesa tra questi delegati e la prefettura che avrebbe preferito, per l'inumazione successiva, il cimitero comunale.

Probabilmente possono esserci state delle imprecisioni e delle lacune nella raccolta delle testimonianze.

Una tradizione ben attestata a Fasano, invece, sostiene a detta di alcuni ecclesiastici anziani, che le poche reliquie sopravvissute nella raccolta che si fece nel 1855 dalla fossa comune (dove era stata posta per ordine di chi non voleva fosse continuato il suo culto), siano state collocate in un tempo non precisato nella sagrestia della chiesa madre di Fasano (in un'area ben precisa).

Inoltre, in tale luogo era stata apposta anche una piccola lapide, successivamente coperta dall'intonaco nell'ultimo restauro.

 

Ven. Rosa Maria Serio - Fasano
Ven. Rosa Maria Serio - Fasano

Il Signore conosce la vita dei buoni e  la Venerabile Rosa Maria non mancherà, dalla Pace del cielo, di intercedere per tutti i suoi concittadini, confratelli, consorelle e anche per quanti abbiano avuto responsabilità nella sua storia.

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Nuova Antologia delle parole di Santa M. Maddalena de' Pazzi - 2021 Prefazione G. Betori
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