Servo di Dio Salvatore Pagnani
e la Riforma di Capua
1685-1771
Salvatore Pagnani nacque nel dicembre del 1685 da Domenico e da Isabella Vitale a Crispano, in Diocesi di Aversa, nel Regno di Napoli. “Per integrità di costumi e austerità di vita chiarissimo” scrissero più tardi i confratelli più retti, alla sua morte. “Fondatore, Padre e Rettore perpetuo del Real Monastero Carmelitano di S. Gabriello”.
Ancora ragazzo, il 12 luglio del 1703, divenne novizio carmelitano a Caserta, nella Provincia Napoletana, professando l’anno successivo. Dopo quattro anni di studi, ottenne la Laurea di Dottore e Maestro in Sacra Teologia e fu ordinato presbitero nel Dicembre del 1708 dal cardinal Orsini che sarebbe diventato papa col nome di Benedetto XIII.
Padre Salvatore fu poi a Melfi, in Basilicata, come insegnante di Dogmatica presso il collegio dei chierici e maestro dei novizi. Fu priore a Venafro e quindi assegnato ai conventi di Aversa, Piedimonte d’Alife e Napoli, fino a quando fu eletto provinciale della Napoletana (successivamente) Provincia di Terra di Lavoro e Basilicata.
La fondazione di San Gabriello
Trasferito a Capua nel 1734 circa, vi rimase per il resto della sua vita, meritandosi la stima dei vari canonici e nobili compresa quella degli stessi sovrani, in particolare della regina Maria Amalia, ed erigendo, tra l’altro, il Monastero Carmelitano di San Gabriello Arcangelo, di stretta osservanza, con l’aiuto di Angela Marrapese, che poi si sarebbe chiamata Suor Maria Angela del Divino Amore, sotto il patronato regio della regina Amalia di Borbone.
Procuratore Generale nel 1750
Durante il capitolo del 1750 che scelse come Generale il p. Luigi Laghi, teologo del card. di Bologna, Prospero Lambertini (futuro Benedetto XIV), il Pagnani fu eletto procuratore generale, carica che prevedeva frequenti contatti tra l’Ordine e la Curia Romana, ottenendo, nel 1756, nel successivo capitolo di Cesena, gli onori e privilegi degli ex-procuratori generali.
Stimato tra alcuni confratelli illustri, a partire dal dotto Generale veronese, P. Gioacchino Maria Pontalti (1756 - 1761), all’altro celebre Generale di origine napoletana, p. Ventimiglia, poi illustre storiografo dell’Ordine, era amico dal postulatore generale p. Serafino Maria Potenza che lo aiutò direttamente nell'erezione del Conservatorio di S. Gabriello o da S. Alfonso, essendo molto penitente, umile e pazientissimo, finiva per essere percepito come irritante da frati che ben altro stile di vita avevano, per la sua povertà estrema. Altri invece, pesarono con un'opposizione non solo larvata come l’ambasciatore Pontificio, Gualtiero Gualtieri, e l’Arcivescovo di Capua, Giuseppe Ruffo, che ostacolarono le sue attività in vita e non fermarono certo le voci malevole neppure post mortem.
A Grumo Nevano, nel 1764, trasformò in Conservatorio un’opera pia laicale fondata da Caterina Regnante, monaca di casa, che aveva adibito il suo palazzo di via Cupa (oggi via San Domenico) ad Educandato per le fanciulle povere del paese, chiamandovi alcune suore carmelitane. Per trasformarlo in monastero, il Pagnani vi fece andare delle monache da Capua e la prima priora fu suor Maria Battista della Natività, genovese.
La devozione per S. Maria Maddalena de' Pazzi
Nel 1759, durante il generalato del p. Pontalti, col Breve In supremo del 28 Agosto, il Pagnani ottenne l’approvazione delle Costituzioni da lui approntate insieme a Suor Maria Angela del Divino Amore per S. Gabriello e nel 1763 la sua trasformazione da Conservatorio in Monastero di clausura.
Nelle testimonianze del Processo è ricordato un breve scritto del servo di Dio dedicato alla celebre S. Maria Maddalena de' Pazzi dell’Ordine Carmelitano.
Il Processo di beatificazione interrotto
Dopo la sua morte, intervenuta Capua il 9 Gennaio del 1771, a 85 anni, iniziò il processo di beatificazione nel Novembre del 1772 e si concluse dopo un decennio circa. Purtroppo gli oneri finanziari del processo erano sostenuti in gran parte dal Monastero e quando, per i notori eventi storici della fine del secolo, la sua economia entrò in crisi, si fermò anche il Processo.
Il Pagnani, inizialmente fu sepolto nella Chiesa del Carmine dei Carmelitani, dopo 18 giorni il suo corpo, da cui non emanava alcun odore cattivo, con le membra ancora flessibili e dalle quali sgorgava copioso un sangue «vivo e rubicondo» fu traslato nella Chiesa delle monache e qui fu posto il seguente epitaffio:
Fratris Magistri Salvatoris Pagnani, Ordinis Carmelitarum:
memoria fit in benedictione.
Hic mores suos ad Christiane Perfectionis normam exegit,
ac severiore Monastica Disciplina, quam per LXII annos coluit,
nihil ad annum aetatis suae LXXXV, remisit.
Senior, ac laboribus Apostolicis fractus, inter suos decessis.
V. idus Ianuar. Anno MDCCLXXI et paulo post,
Pontifice Max. ac Rege Indulgentibus,
hoc translatus et in huius Regii Monialium Coenobii,
quod consilio, operaque sua a fundamentis erexit
optimisque institutis firmatum fueras,
conditorio compositus, in pace et Christo requiescit.