Madre Teresa di Gesù Agonizzante
1921-2012
«Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo…
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio
Dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre».
Sal 44,3.11
Suor Teresa di Gesù Agonizzante (Maria Giuseppa Nicotera) nacque il 14 giugno 1921 a Pignataro Maggiore, il giorno di S. Eliseo, come amava ricordare.
E’ stata una donna forte e determinata, che raccontava come, ragazzina, pensava di sposare il…figlio del re! Per ascoltatrici di altra epoca, specificava che tutte le ragazze del suo tempo sognavano di sposare il giovane Umberto di Savoia, il principe ereditario.
Ma presto nei suoi disegni di gloria si inserirono delle anziane vicine che la invogliavano a frequentare la parrocchia e mentre era in preghiera, una volta, le parve di ascoltare un dialogo tra lei e la Vergine che le chiedeva chi volesse sposare. E lei rispose, come spesso pensava: “Il più bello, il figlio del re!” (Come è ovvio, il dialogo si svolse in napoletano… ma qui ci si accontenta di tradurlo). E a questo punto la Vergine le avrebbe detto: “Allora…Vuoi sposare mio Figlio? Lui è il più bello”. E da questo momento lei diceva si trovò trasformata, avendo deciso di sposare “Salvatore Buonocore”, un nome napoletano con cui si riferiva al Signore per non avere l’aria di parlare di cose troppo alte…
Detto, fatto: come era nel suo carattere, giovanissima, pur provenendo da una famiglia modesta e con molti figli che non poteva garantirle una grande dote, lasciando la mamma a cui era molto affezionata, riuscì ad entrare nell’Istituto di Nostra Signore del S. Cuore (Vico Equense). Entrata a 17 anni, il 13 dicembre 1938, professò il 31 luglio del 1943 (professione perpetua 18 ottobre 1947), diventando Suor Pasqualina e fu incaricata dell’ufficio di sarta, specializzandosi nel realizzare le zimarre per i missionari.
Tra questi conobbe pure p. Salvatore Manna del PIME oggi beato. Ma nel suo cuore rimaneva un desiderio non realizzato, quello di entrare al Carmelo. Durante la guerra e i bombardamenti su Napoli, le monache della Croce di Lucca erano dovute sfollare e in quei trambusti aveva conosciuto suor Giuseppina Maria della SS. Trinità, originaria di Casal di Principe, e le era rimasto il pensiero di seguirla appena possibile.
Dovette aspettare quasi dieci anni e superare molte difficoltà perché tale sogno si realizzasse emettendo la professione semplice al Carmelo il 5 maggio del 1949 e la professione solenne il 7 maggio 1950, prendendo il nome di Suor Teresa di Gesù Agonizzante, con una particolare devozione a S. Teresina di G. Bambino. E infatti fu per tutti Suor Teresina mentre l’agonia di Gesù fu un esigente programma di vita.
L’inserimento in una comunità claustrale, duramente provata dalla guerra e dalla povertà, non fu semplice, tanto più che da poco erano arrivate priora e maestra da Ostuni, per mancanza di soggetti idonei a Napoli.
Le Carmelitane napoletane si dovettero rimboccare le maniche e Suor Teresina si ritrovò a continuare il suo lavoro di sarta per la manutenzione del guardaroba per molte comunità religiose maschili (Carmelitani, Redentoristi, Gesuiti, ecc.) in una profonda solitudine, non scontata per una giovane ragazza piena di vita, anche perché i parenti raramente potevano recarsi al parlatorio del monastero napoletano.
Ma una tempesta ulteriore si addensava sulla Comunità che si ritrovava in un monastero sempre più circondato da abitazioni civili e sovrastato da un clinica, per ricavarne un po‘ di affitto!
Dopo molte riflessioni e travagli, si pervenne all’idea di costruire ex-novo un monastero, mentre per guadagnare qualcosa affittando e poi vendendo il monastero antico, le monache dovettero spostarsi a Portici-Bellavista (1970) trovando il terreno adeguato dopo anni a Pollena (1976).
Nel frattempo, però, un contratto non proprio trasparente da parte della ditta incaricata della costruzione del nuovo sito monastico e l’inflazione degli anni ‘70, ridussero la Comunità in una situazione finanziaria assai grave. Con l’intervento della Curia generale, fu cambiata la madre priora e il Delegato dell’Ordine pose Suor Teresina a capo di una Comunità che tanto aveva sofferto.
Con alcuni prestiti, con un lavoro duro da parte di tutte le monache, insieme alla vendita del vecchio e del nuovo monastero, Suor Teresina riuscì nella difficilissima impresa di ripianare un bilancio precario e di riportare una certa tranquillità nella Comunità trovando, grazie all’invito di mons. Bruno Schettino, una nuova sede nella diocesi di Teggiano-Policastro, a Roccagloriosa (SA) dove le coraggiose monache nel 1993 si poterono finalmente trasferire. Dopo tante avventure e sofferenze, pur con il rimpianto di aver lasciato la città che per quattro secoli aveva visto nascere e crescere la fondazione monastica, fidandosi contro ogni speranza delle vie che la Provvidenza faceva intravedere, Suor Teresina si trovò a guidare con un determinazione non comune tale esodo. E che una donna capace di affrontare tante avversità non sia stata immune da qualche limite e da qualche posizione molto “energica”, non stupisce, spesso temperata però, da un sorriso e una battuta capace di rischiarare le situazioni difficili.
Suor Teresina fu priora a più riprese dal 1976 al 1998, con una pausa dal 1982 al 1985, e malgrado l’età che avanzava, con bonomia e mano ferma, non solo mandò avanti i lavori di adeguamento del Seminario di Roccagloriosa in Carmelo ma, destreggiandosi tra sovrintendenze, superiori e gineprai di carte, riuscì pure a far restaurare i Corali (sec. XVI-XVII) e i manoscritti più antichi della Biblioteca, il Crocifisso modellato su quello del Duomo di Lucca, voluto dalla fondatrice Cremona Spinelli e a far ripristinare ciò che rimaneva dell’Archivio e della Biblioteca monastica.
Grande fu la sua soddisfazione quando anche un computer fece il suo ingresso nella Biblioteca per consentire una migliore schedatura del materiale! Non vide, malgrado tanta dedizione, umana e spirituale, la rifioritura del suo Carmelo per cui tanto si era spesa. Ed anche in questo visse il mistero dell’agonia del Cristo che le era stato affidato fin dal suo ingresso in Comunità.
Negli ultimi anni, finché la vista glielo ha consentito, impiegava le giornate tra lavoro in cella di uncinetto e preghiera a Gesù Misericordioso che era diventato l’orientamento costante della sua Speranza. All’intercessione della sua Mamma celeste, che amava ricordare nel saluto (Sia lodato Gesù e Maria era la sua formula consueta), affidava con la preghiera del Rosario i suoi ultimi giorni con un’intercessione estesa a tutti, vivi e defunti.
Fino al termine, accolta fraternamente nel Carmelo di Fisciano, pur allettata, si preoccupava per le sue Sorelle che : «Poverelle, stanno sole a Rocca!»… Madre Teresa di Gesù Agonizzante è spirata nella pace del Signore il 7 Febbraio 2012.