Teresa di Lisieux
Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (1873-1897), entrata nel Carmelo di Lisieux, carmelitana scalza, santa, dottore della Chiesa.
Tra i testi più conosciuti della spiritualità ottocentesca, la sua biografia "Storia di un'Anima", tradotta per la prima volta, in italiano, da una carmelitana di S. Maddalena de' Pazzi di Firenze nel 1910, Suor Gesualda Sardi.
"Teresa Martin che aveva intrapreso il suo cammino di santità con un forte impegno ascetico e volontaristico, aveva verificato come la formula "voglio essere santa", presentava dei limiti insormontabili.
L'unico vertice possibile ad una santità veramente umana e totalmente divina, sta nel lasciarsi plasmare ad immagine del Figlio per essere inabitati dal suo stesso amore (Ms C 290).
Trasformata dall'amore Teresa era giunta ormai a contemplare il Cristo nel volto di quanti entravano in rapporto con lei, particolarmente nei più "sfigurati", dei quali, nel Cristo, si era
scoperta sorella. Significativa la sua richiesta nel 1896 di aiutare sr M. di S. Giuseppe in guardaroba (nel 1909 sarebbe uscita per malattia mentale).
Teresa, sempre nella sua vita, ma particolarmente negli ultimi mesi della sua esistenza, ha avuto il coraggio non di mascherare l'abisso della sua povertà e, a tratti, anche della sua
disperazione, perseverando nella Speranza di farla incontrare con l'abisso dell'Amore di Dio.
Ella ha predicato una Speranza senza limiti per il mondo e per la Chiesa a patto che ciascuno si lasci coinvolgere dall'amore totalizzante del Cristo, al di là di ogni cliché preconfezionato di
santità nelle più diverse vocazioni.
Plasmata come il suo padre e maestro Giovanni della Croce dal fuoco dello Spirito, Teresa lasciava nel luglio del 1897 la penna, nell'infermeria di un piccolo carmelo di clausura, per prendere
tra le mani la bisaccia del pellegrino con all'interno la Parola di Dio e la sua esperienza di vita, e per compiere fino in fondo, anche oltre la morte fisica, la sua missione di piccola sorella
universale, al fianco di ogni creatura provata dal dubbio, dalla disperazione e da ogni tipo possibile di miseria materiale e spirituale.
Lei claustrale, ma anche donna e credente libera nel cuore e nella parola, nel ristretto perimetro di un monastero si è lasciata educare dallo Spirito al senso della condivisione eucaristica,
pane e corpo di Cristo spezzato e donato per giusti ed ingiusti, fino a diventare, sorprendentemente, la santa sorella di tutti coloro che fanno fatica a credere o non credono più.
Mentre ad ogni credente ella chiede di ritornare alla sorgenti vive della Parola, terminata la sua parabola storica, attraverso un'umile testimonianza autobiografica, ha varcato la clausura del
suo monastero, offrendosi di camminare nella notte del dubbio a fianco di ogni creatura, avendo scoperto in questo "tunnel" il Fuoco liberante della Pasqua, il passaggio da una vita ripiegata su
di sé e su piccoli traguardi, ad una vita che va a toccare e trasformare nella redenzione del Cristo tutta la storia.
Teresa, che durante la sua vita ha spesso dovuto cedere la parola alle sorelle più anziane o a personaggi più autorevoli, ormai per la Chiesa è Dottore.
* Ingresso del Carmelo di Lisieux (video)
* Coro del Carmelo di Lisieux (video)
* Cella di S. Teresina del Carmelo di Lisieux (video)
* Chiostro del
Carmelo di Lisieux (video)
* Infermeria del Carmelo di Lisieux (video)
* Sala di ricreazione del Carmelo di Lisieux (video)
Ella ha predicato una Speranza senza limiti per il mondo e per la Chiesa a patto che ciascuno si lasci coinvolgere dall'amore totalizzante del Cristo, al di là di ogni cliché preconfezionato di
santità nelle più diverse vocazioni.
Plasmata come il suo padre e maestro Giovanni della Croce dal fuoco dello Spirito, Teresa lasciava nel luglio del 1897 la penna, nell'infermeria di un piccolo carmelo di clausura, per prendere
tra le mani la bisaccia del pellegrino con all'interno la Parola di Dio e la sua esperienza di vita, e per compiere fino in fondo, anche oltre la morte fisica, la sua missione di piccola sorella
universale, al fianco di ogni creatura provata dal dubbio, dalla disperazione e da ogni tipo possibile di miseria materiale e spirituale.
Lei claustrale, ma anche donna e credente libera nel cuore e nella parola, nel ristretto perimetro di un monastero si è lasciata educare dallo Spirito al senso della condivisione eucaristica,
pane e corpo di Cristo spezzato e donato per giusti ed ingiusti, fino a diventare, sorprendentemente, la santa sorella di tutti coloro che fanno fatica a credere o non credono più.
Mentre ad ogni credente ella chiede di ritornare alla sorgenti vive della Parola, terminata la sua parabola storica, attraverso un'umile testimonianza autobiografica, ha varcato la clausura del
suo monastero, offrendosi di camminare nella notte del dubbio a fianco di ogni creatura, avendo scoperto in questo "tunnel" il Fuoco liberante della Pasqua, il passaggio da una vita ripiegata su
di sé e su piccoli traguardi, ad una vita che va a toccare e trasformare nella redenzione del Cristo tutta la storia.
Teresa, che durante la sua vita ha spesso dovuto cedere la parola alle sorelle più anziane o a personaggi più autorevoli, ormai per la Chiesa è Dottore.
Ella, una donna giovane per età e impossibilitata a studi teologici allora (?) non accessibili per le donne, ma profondamente adulta nella fede, ha qualcosa da proporre sia alle carmelitane e ai carmelitani del nostro tempo che a tutti gli uomini.
Rispetto a modelli di santità a buon mercato, la "piccola" Teresa ha desiderato rimanere per sempre "a mani vuote", per poter accompagnare "fino alla fine del mondo", sulle strade del Vangelo quanti, come lei, la attraversano, non la "sfiorano" soltanto per non "macchiarsi di peccato" o per non farsi afferrare da uno spirito di vertigine.
Ella ha vissuto la sua vocazione carmelitana come la sfida di una Speranza che ha radici già in questo mondo, in una storia che ha il diritto, sin dall'al di qua, di diventare più umana.
Senza nulla chiedere per se stessa, ella ha desiderato essere la sorella dei piccoli per poter raccontare loro lungo il cammino, anche nella notte, della tomba vuota dell'Amato attraverso il
canto della "speranza cieca" (L176) e della "Misericordia" di un "Dio che ama abbassarsi" (Ms B 255)".
Teresa di Lisieux. Sorella nel dubbio e nella fede, C. Vasciaveo (ed.), Siena 2002.