VITA cap. 23-27
Non aver paura, figlia, che Io sono
che non ti abbandonerò
Cenni sul contesto storico
* E' possibile che la sezione 10-29 della Vita, derivi da una, o più probabilmente, diverse relazioni redatte prima della Vita da Teresa e poi inserite nella sequenza cronologica della stessa. I capitoli 10-22 sono sull'orazione, 23-29, pur avendo squarci autobiografici, insistono su grazie extra-ordinarie.
* Val la pena ricordare alcuni degli ecclesiastici cui T. si rivolse. Nel 1554, i due "consultori" furono il laico F. de Salcedo e il prete diocesano G. Daza, da cui
ebbe l'indicazione di confessarsi dal p. De Cetina sj. Nello stesso anno, poi, si incontrò con F. Borjia (23 maggio) e con J. de Prádanos sj. Successivamente ebbe B. Alvarez. I cinque o sei saggi
di cui parla in V 25, erano: G. Daza, G. de Aranda, F. de Salcedo, Hernandálvarez e Alvarez Davila. Nel 1559 incontrò anche p. Pedro de Alcantara. Successivamente, fu seguita per diversi anni dal
domenicano D. Bañez e, tra gli altri, consultò il celebre prete diocesano Juan de Avila, l'apostolo dell'Andalusia, già arrestato dall'Inquisizione e vicino ai "cristiani nuovi", ossia di origine
ebraica. Ebbe a sua disposizione, diversi dei migliori teologi e santi suoi contemporanei.
Domande:
1) Cosa S. Teresa desiderava comunicare?
2) Cosa ha volutamente taciuto?
3) Cosa lo Spirito desidera comunicarci oggi attraverso Teresa?
ALCUNE ESPRESSIONI GUIDA
1) Teresa, in tutto il suo cammino, si è dovuta cimentare con la paura di non capirsi e di non essere capita. Grande era la sua preoccupazione di trovarsi
ingannata dal demonio, per cui cercava continu confronti non sempre di vero aiuto. In questi capitoli si concentra il vocabolario del più profondo travaglio interiore.
Mas como Su Majestad quería ya darme luz para que no le ofendiese ya y conociese lo mucho que le debía, creció de suerte este miedo.
(Ma siccome Sua Maestà voleva darmi luce perché io non lo offendessi e
conoscessi il molto che gli dovevo, crebbe questa paura... V 23,3).
Como yo vi iba tan adelante mi temor, porque crecía la oración.
(Come procedeva l'orazione, così si
ingrandivano i miei timori... V 23,5).
Como me dijo esto, con el miedo que yo traía, fue grande mi aflicción y lágrimas.
(Come
mi dissero ciò, con la paura che già ne avevo, grande fu la mia afflizione e le mie lacrime... V 23,12).
Pues estándome sola, sin tener una persona con quien descansar, ni podía rezar ni leer, sino como persona espantada de tanta tribulación y
temor de si me había de engañar el demonio, toda alborotada y fatigada, sin saber qué hacer de mí.
(Me ne stavo sola,
senza una persona con cui consolarmi, non potevo né pregare né leggere , come persona sconvolta da tanta tribolazione e timore di essere ingannata dal demonio, amareggiata e angustiata, senza
sapere cosa fare di me... V 25,17).
2) Teresa sperimento diversi tipi di presenza-azione di Dio nell'anima: attraverso le parole, la presenza e poi, compimento
dell'incontro, attraverso il silenzio divenuto dialogo.
Porque estotra que habla el Señor es palabras y obras;... que vaya conforme a la Sagrada Escritura.
(Perché allorché parla il Signore la sua è una parola / opera... purché sia conformi alla Sacra Scrittura. V 25,3.13).
Vi cabe mí o sentí, por mejor decir, que con los ojos del cuerpo ni del alma no vi nada, mas parecíame estaba junto cabe mi Cristo y veía ser El el
que me hablaba.
(Vidi, o meglio sentii - poiché con gli occhi del corpo, né dell'anima non vidi nulla - stare vicino a me Cristo - così mi parve - che mi
parlava, V 27,2).
Así es también en otra manera que Dios enseña el alma y la habla sin hablar...
(Così c'è tuttavia un altro
modo con cui Dio insegna all'anima e le parla senza parlare V 27,6).
3) Malgrado qualche aiuto avuto ottenuto dai suoi direttori, in fondo, Teresa rimase sola nel suo discernimento e solo nel profondo dell'anima, il Signore stesso
dovette intervenire a sostenerla.
Pues estando en esta gran fatiga ... solas estas palabras bastaban para quitármela y quietarme del todo: No hayas miedo, hija, que Yo soy y no te
desampararé; no temas.
(Stando in questa grave angoscia...solo queste parole bastarono per calmarla e calmarmi totalmente: Non aver paura, figlia, che Io
sono che non ti abbandonerò: non temere V 25,18).
ANNOTAZIONI
- Teresa ebbe sicure doti di analisi psicologica. Dovette scavare a lungo in se stessa per trovare le parole adatte per "comunicarsi". Non si esclude che l'attività di autobiografia cui si dedicò, non sia stata un aiuto in questo percorso di chiarificazione. Bisogna interpretare con prudenza le sue affermazioni contrarie ai libri (V 26,5) o ad una maggiore sobrietà nel comunicare l'intero suo vissuto interiore (V 26, 4). Se tanto stimava i "dotti" che pure non sempre le furono d'aiuto per inesperienza, per le sue sorelle di oggi non sarebbe di grande aiuto anche una formazione sistematica?
- Ci si chiede, in tale discernimento, dove fossero le altre sorelle dell'Incarnazione e la comunità. Non si può pensare a una comunità superficiale o disattenta considerata le oltre trenta che condivisero la sua avventura. Si può solo fare l'ipotesi che insieme alla scettiche, ci siano state pure delle amiche che avranno sostenuto il suo travaglio. E' quasi impossibile pensare che in clausura fosse possibile tenere, in tanta tensione, da sola, come sembra dagli scritti. Forse, però, trattandosi di donne senza studi a nulla sarebbe valsa la loro opinione rispetto a preti studiosi se non a coinvolgerle nella situazione complessa e discussa di T. Si può ipotizzare che questa sia una delle cause del suo silenzio su ciò che avveniva intorno a lei.
- La paura fu costante compagna nell'itinerario spirituale di T., malgrado la possibilità del tutto singolare che ella ebbe di confronti e
confessori anche per la situazione sociale della donna e della sua ignoranza (cf V 26,3). Probabilmente, nessuna monaca, attualmente, potrebbe avere a disposizione né tanti sacerdoti, né di
competenza simile a diversi di quelli che T. incontrò. Ma è evidente che i problemi furono molti e il discernimento sulla sua vita si presentò assai faticoso. Tanto, forse, richiederebbe, nel
nostro tempo, insieme a maggiori competenze femminili, sia un confronto non solo soggettivo con la Parola, che l'onere di assumersi
il peso di decisioni complesse in prima persona, come di fatto T. fece in più circostanze.
E ben noto - sia detto per inciso - , come quando si legò con voto a decisioni di Graziano, fu coinvolta in più scelte intempestive, se non inopportune, come la fondazione di Siviglia.
- Nella vita di Teresa è evidente che il Signore ha usato molte strade di comunicazione. Ma nella sua progressiva maturazione e stabilizzazione, anche umana e psicologica, è indiscutibile un approfondirsi delle modalità sempre più sobrie ed interiori, senza vistosi segni esterni.