VITA cap. 10-13
Il Dono del Signore alla sua creatura
Contesto storico
* Dopo il 1559, per ordine del Domenicano P. Valdez, fu pubblicato l'Indice dei libri proibiti nei quali erano compresi la maggioranza di testi di
spiritualità in castigliano e la stessa Bibbia. Teresa si trovò nella situazione di dover rinunciare alla maggior parte dei testi da lei adoperati. Anche se la Regola del Carmelo fa riferimento al "meditare giorno e notte la Legge del Signore", era inimmaginabile oltre che proibito, avere una Bibbia personale in
castigliano.
* I religiosi e sacerdoti che insegnavano "metodi" di preghiera, sulla falsariga della Devotio moderna (dai francescani F. de Osuña e Alonso da Madrid, all'agostiniano Luis de Granada,
fino a S. Ignazio), insistevano su alcuni punti che Teresa avrebbe seguito con scrupolo, pur facendo delle scelte: silenzio, procurarsi delle immagini sacre, recitare alcune preghiere come il
Confesso o il Padre nostro e il Credo, mettersi al cospetto di Dio, fare una lettura preparatoria su testi "spirituali", immaginare la scena scelta dalla vita di Gesù o
dal Credo, formulare al termine un ringraziamento e qualche proposito. Tali letture erano alla base della formazione di tutte le monache europee, dalla Spagna all'Italia, come mostrano
le fonti di S. Teresa e S. Maddalena de' Pazzi.
Domande
1) Cosa S. Teresa desiderava comunicare?
2) Cosa ha volutamente taciuto?
3) Cosa lo Spirito desidera comunicarci oggi attraverso Teresa?
ALCUNE ESPRESSIONI GUIDA
1) Teresa parte da quanto nella sua vita ha fatto "irruzione", la presenza stessa del Dio Trinità che l'ha raggiunta. Su tale evento, più che esperienza, lei è tornata più e più volte, per analizzarlo, comprenderlo, interpretarlo con gli strumenti psicologici e formativi concretamente disponibili al suo tempo. Ma è il gratuito esserci di Dio, il Dono sorgivo di Lui, che rimane valore permanente nella diversità delle epoche.
Y aun algunas veces leyendo, venirme a deshora un sentimiento de la presencia de Dios que en ninguna manera podía dudar que estaba dentro de mí o yo toda
engolfada en El.
(E alcune volte, mentre leggevo, mi prendeva d'improvviso un sentimento della presenza di Dio che in nessun modo potevo dubitar
che era dentro di me o io immersa in Lui. V 10,1).
2) Teresa, nella "Vida", ha assemblato vari materiali, appunti e riflessioni senza un piano organico ben progettato in
precedenza. Nella sua avventura spirituale aveva sperimentato a lungo e in prima persona l'aridità. Ed esorta a perseverare pure in assenza di consolazioni.
Su Majestad sabe - por ventura para gran provecho nuestro - quiere que esté seco el pozo... Y no plega a Vuestra Majestad que cosa de tanto precio como vuestro amor
se dé a gente que os sirve sólo por gustos.
(Sua Maestà sa - per fortuna e per un
gran vantaggio nostro - perché stia secco il pozzo ... E non permetta Vostra Maestà che cosa di tanto prezzo come il vostro amore si dia a gente che serve solo per aver gusti. V 11,9.12).
3) Teresa, diversamente da altri spirituali, non ritenne positivo fare il vuoto artificiosamente nei propri pensieri. Ma nei limiti consentiti dal fatto di non aver accesso alla Parola di Dio, proponeva di "rappresentarsi" Cristo secondo i metodi della devozione allora in uso, per legarsi affettivamente a Lui e trovare la forza per seguirlo.
Puede representarse delante de Cristo y acostumbrarse a enamorarse mucho de su sagrada Humanidad y traerle siempre consigo y hablar con El...
Presumir ni pensar de suspenderle nosotros, es lo que digo no se haga, ni se deje de obrar con él, porque nos quedaremos bobos y fríos.
(Può immaginarsi
davanti a Cristo e cerchi di innamorarsi molto della sua santa Umanità tenendola sempre presente e parli con Lui.. Presumere di non pensare e di sospenderlo noi (l'intelletto), dico che non si
faccia, né si cessi dall'operare con esso, perché rimarremmo intontiti e freddi. V 12,2).
4) Teresa, per una crescita nella fede, non riteneva di dover annientare le capacità umane di desidererare e decidere. Anzi, lei chiede di saperle incanalare e, se possibile, potenziare.
Tener gran confianza, porque conviene mucho no apocar los deseos, sino creer de Dios que, si nos esforzamos, poco a poco, aunque no sea luego,
podremos llegar a lo que muchos santos con su favor; que si ellos nunca se determinaran a desearlo y poco a poco a ponerlo por obra, no subieran a tan alto estado.
(Bisogna avere molta fiducia, perché conviene molto non soffocare i desideri, credendo che Dio, se noi ci impegnamo, poco a poco, anche se non subito, potremo arrivare dove
giunsero molti santi con il suo aiuto; che, se non si fossero decisi a desiderarlo poco a poco, per porlo in pratica, non avrebbero mai raggiunto quello stato tanto elevato. V 13,2).
ANNOTAZIONI
- Il simbolo del giardino è bene attestato nella storia della spiritualità. Caterina da Siena e Maddalena de' Pazzi (Cf Revelatione e Intelligentie 60-64), oltre che per l'interiorità della creatura, l'hanno spesso valorizzato per l'intera Chiesa, anche nei suoi abbandoni e contraddizioni, oltre che per la famiglia del Carmelo.
- Il tema del discernimento dei desideri come possibile spazio dell'azione dello Spirito si ritrova anche in Maddalena de' Pazzi (Cf Detti e Preghiere, n. 6.27 oltre a Revelatione e Intelligentie 45.61.92.182), senza indulgere nella ricerca di consolazioni a buon mercato (Cf Detti e Preghiere, n. 11.14).
- Non bisogna dimenticare lo stato effettivo dell'essere donna in una società misogina, all'interno di una struttura ecclesiastica molto rigida e paternalistica, in cui la carmelitana di Avila si trovò a vivere.
Il grido di Teresa sulle limitazioni subite non si può attenuare anche nelle traduzioni: "Para lo demás basta ser mujer para caérseme las alas" (Del resto, basta esser donna perché cadano le ali V 10, 8).
Prima di argomentare sul suo "metodo di preghiera", come fa un certo tipo di lettura agiografica, a partire da Madre Maria de S. José nel suo Instruccion de novicias, occorre ricordare che S. Teresa ha potuto scegliere solo all'interno di opzioni assai ridotte.
- Non ci sono dubbi, sul valore della preghiera personale insieme a quella liturgica, per una vera crescita spirituale. Ma una lettura storica, senza misconoscere la grandezza dei doni spirituali ricevuti da Teresa, potrebbe, sulla base della Regola del Carmelo, recuperare la metodologia della Lectio divina sulla Parola, affiancata da una sempre più necessaria "Lectio mondana" sui criteri di discernimento per un testimonianza/annuncio credibile del Vangelo nel nostro tempo.