La Priora dell'Incarnazione di Avila, OCD
Nel Carmelo dell'Incarnazione un'invisibile suora portinaia, mette per noi nella ruota un'antica chiave per aprire il locutorio, parlatorio...
Dietro la doppia grata arriva la priora, suor Carmen.
Nessuna risposta a domande personali e "mondane": quanti anni ha, da dove viene, perché s'è fatta monaca di clausura...
Il Carmelo è fiorente di 26 consorelle, la maggior parte giovani e di vocazione adulta...
La Regola non mitigata prevede una astinenza perpetua, orazioni notturne, piedi nudi anche sotto le grandi nevicate dall'altopiano avilese: "Ma le applichiamo con umanità, come ci ha insegnato la
nostra Madre S. Teresa di Gesù.
Per le consorelle avanti in età o di costituzione non molto robusta certi rigori sono attenuati".
Da dietro la doppia grata, il viso di suor Carmen è quello di una donna sotto i quarant'anni che sa sorridere e anche ridere: "Viviamo senza rendite, solo del nostro lavoro, ricami e ceramiche
dipinte. La nostra è soprattutto vita di adorazione e orazione.
Non si può far altro che pregare Dio perché siamo limitate.
Il digiuno è amico dell'ascesi. Oltre all'astinenza perpetua, c'è il digiuno stretto, osservato dal 14 settembre fino a Pasqua. Pane, latte, minestra, frutta dell'orto.
E il silenzio, vivaio di pensieri spirituali: "Il nostro ordine aiuta la Chiesa con le orazioni, il digiuno e il silenzio.
Noi contemplative siamo il cuore della Chiesa, come simboli di separazione dal mondo e di unione con Dio.
Viviamo una vita meravigliosa.
Ma senza vocazione non si resiste... Non siamo sante. Siamo piuttosto apprendiste sante".
F. Zambonini, Avila, Avamposto del silenzio, Famiglia Cristiana 44 (1993) 134-142.