S. Giovanni della croce
Arresto e prigionia
Secondo lo stile e le leggi religiose del tempo, che pure S. Teresa applicò, fra Giovanni fu arrestato come disobbediente e posto in una cella del convento di Toledo.
Vi restò 9 mesi, senza poter comunicare con alcuno, con poco cibo e senza biancheria pulita, accusato di disobbedienza continuata, anche se gli atti processuali rimangono poco chiari.
Perfino Juan de la Cruz stesso, dopo queste angherie e sofferenze, cominciò a dubitare di se stesso e dell’opera intrapresa.
Dopo sei mesi fu cambiato il frate custode della sua cella, che cercò di aiutarlo in tutti i modi: gli portò anche una tunica pulita e il materiale per scrivere. Fu infatti in questo periodo che egli compose gran parte del Cantico Spirituale e le strofe della Notte oscura.
A metà agosto era così esausto e privo di forze, che credette di morire: decise invece di fuggire. Con la complicità del suo carceriere, egli si calò, con le lenzuola lungo un precipizio, riuscendo in modo fortunoso, ad arrivare in città rifugiandosi presso le Scalze.
Gli ultimi anni
Ai primi di novembre divenne priore presso il Convento di El Calvario in Andalusia che egli non amava troppo, preferendo ritornare in Castiglia. Ma non fu mai accontentato.
Nel 1578, Teresa, scrivendo alla Madre Anna di Gesù annotava: "È un uomo celestiale e divino... dopo la sua partenza non ho trovato in tutta la Castiglia un altro come lui, capace di comunicare agli altri tanto fervore per la via del cielo... È un uomo di spirito, di grande esperienza e saggezza. Le sorelle formate alla sua scuola, qui sentono molto la sua assenza".
Nel 1579 Juan partì per Baeza, per inaugurare il collegio dei "frati contemplativi", che governò fino al 1582.
Quando per concessione di Gregorio XIII, si svolse ad Alcalá de Henares, il Capitolo che costituì una provincia autonoma dei "Frati contemplativi", ma sempre all’interno dell’Ordine Carmelitano, Juan de la Cruz intervenne attivamente e fu nominato terzo definitore.
Nel 1582 divenne priore del convento de los Martires a Granada, e l'anno dopo fu riconfermato.
Nell'ottobre 1585 fu nominato vicario provinciale dell'Andalusia.
Nel 1587 fu eletto, per la terza volta, priore di Granada. L'anno dopo, il primo capitolo della Congregazione si radunò a Madrid: il Santo fu eletto primo definitore generale. Instaurata poi La Consulta, nuova forma di governo voluta da Nicolò Doria, Juan de la Cruz divenne terzo consigliere.
Ma il modo di governare di p. Doria persuadeva sempre meno S. Giovanni della Croce, tanto che nel capitolo straordinario tenuto a Madrid nel 1590, il Santo si oppose ad alcune idee estremiste del Doria.
Le conseguenze non si fecero attendere. Nel Capitolo dell'anno seguente rimase senza alcun incarico e fu spedito per la provincia dell'Andalusia, al convento della Peñuela.
La morte
Il mese dopo si ammalò e in cerca di cure per il suo male, si portò ad Úbeda. Nel frattempo si formò una vergognosa persecuzione contro di lui, per il risentimento di un suo antico suddito, Diego Evangelista.
Juan de la Cruz morì santamente alla mezzanotte tra il 13 e il 14 dicembre 1591, all’età di quarantanove anni.
Solo due anni dopo la sua morte, gli Scalzi, per volere di p. Doria si staccarono definitivamente dall’Ordine Carmelitano, nel quale S. Giovanni della Croce era vissuto e spirato.
S. Giovanni fu dichiarato Santo nel 1726 il 27 dicembre e Dottore della Chiesa nel 1926 il 24 agosto, ma ancora oggi per problemi insorti nella conservazione degli scritti da lui lasciati, non si è ancora pervenuti all’edizione critica delle sue opere.