"Sorores Carmelitanae" -  Iconografa B. Tenore.
"Sorores Carmelitanae" - Iconografa B. Tenore.

 

"SORORES CARMELITANAE"

 S. Maria Maddalena di Firenze, Monna Innocenza

e S. Teresa d'Avila

 

di B. Tenore 

 

Come è noto, il Carmelo femminile fiorentino ebbe origine da un gruppo di donne, tra cui monna Innocenza Bartoli, Lena Lapaccini, Rosa Filippi e Mattea Chillini, legate spiritualmente al Carmine di Firenze.


Queste donne, il 15 Agosto 1450, con voti, si impegnarono a vivere secondo la Regola del Carmelo nella sequela di Gesù, prendendo come modelli la Vergine Maria e il profeta Elia.

Alle Mantellate fiorentine della Provincia di Toscana dell'Ordine di Maria del Carmelo.
Alle Mantellate fiorentine della Provincia di Toscana dell'Ordine di Maria del Carmelo.

Grazie alle Donne fiorentine e al priore del Carmine, p. Bartolomeo Masi, l'Ordine ebbe l'autorizzazione pontificia per accogliere delle Sorelle, con la Bolla Cum nulla del 7 ottobre 1452, durante il generalato del Soreth. Non è casuale che ancor oggi, l’originale della Bolla, da sempre al Carmine di Firenze, si trovi nell’archivio di Stato di Firenze e non in quello di Roma o nell’Archivio dell’Ordine.

 

Varie ragioni hanno motivato una singolare dimenticanza di tali origini, forse perché non legate ad un diretto protagonismo del generale dell’Ordine, Jean Soreth, che pure l'accolse di buon grado e che aveva, di sua iniziativa, nei limiti delle sue facoltà giuridiche, accolto sotto la protezione dell'Ordine, delle Beghine a Ten Elsen, nello stesso 1452 prima della Bolla.

Nell'icona, in alto, vi è la mandorla a tre cerchi concentrici di colore blu graduale, dal più scuro al più chiaro. Questa specie di triplice aureola rimanda a Dio, quale simbolo della Santa Trinità.


Il primo spicchio di color azzurro molto scuro, è simbolo del mistero di Dio, della “notte abbagliante” della Divinità, come dice Dionigi l’Aeropagita. Più ci si addentra e si vede il suo mistero e più questo s’infittisce.


Ma, d’altra parte, la Trinità si effonde sulle creature attraverso il dono dello Spirito che suscita ministeri e carismi per la bellezza della Sposa Chiesa e, tra gli altri, ha suscitato l’Ordine del Carmelo e la presenza di Donne Carmelitane, Sorelle, ciascuna con il suo carattere, i suoi doni spirituali, la sua incarnazione dell'unico Vangelo del Figlio.


Monna Innocenza di Firenze


Per riscoprire questi antiche origini, si è posta al centro dell’icona monna Innocenza, madre del Carmelo fiorentino, figura forte e determinata tanto da dare radici robuste ad un tronco pluricentenario. Il fatto che si trattasse di una vedova di origine popolare, forse, rendeva poco prestigiosa la sua figura che fu sempre ben nota tra le Sorelle fiorentine ma meno nell’Ordine e, data la limitatezza di materiali storici giunti fino a noi, poco apprezzata.

 

Il dono carismatico di rispondere al Signore in obbedienza alla luce dello Spirito che la avvolge, dice il suo “ossequio di Gesù Cristo” e la sua determinazione non comune per fondare una comunità nuova con pochi mezzi materiali e tutta da costruire sotto il profilo spirituale.

Uno dei capisaldi della sua spiritualità fu il legame con la Vergine. Di tale legame sono testimoni sia il semplice velo bianco (tipico delle “laiche consacrate” e non nero, proprio delle claustrali), insieme al mantello e alla cintura bianca, segno dell’appartenza all’Ordine, cui Innocenza si legò con voti.

Non è scritto lo scapolare che venne imposto successivamente, dopo circa trent’anni, tipico delle “comunità regolari” con l’obbligo della recita dell’Ufficio e della clausura.

 

In mano a monna Innocenza è accennato il Carmelo di S. Maria degli Angeli, nella sua prima sede di San Frediano, e un richiamo alla Bolla del 1452.


S. Teresa d'Avila


A destra di chi guarda è posta la Carmelitana più nota dell’Ordine, S. Teresa di Gesù, Dottore della Chiesa, che professò nell’Ordine Carmelitano il 3 Novembre 1537 e mai chiese di essere dispensata da tale professione, mentre ottenne già dal generale p. Giovan Battista Rossi, la possibilità di osservare la Regola senza alcune delle dispense comuni nell’Ordine riguardo all’astinenza, ma tenne e anzi valorizzò molto la possibilità della ricreazione concessa da Eugenio IV.

Teresa visse, fondò i suoi Carmeli e morì, nell’Ordine Carmelitano, prima di ogni altra separazione giuridica e come tale va riconosciuta quale prototipo di una particolare incarnazione dell’unico carisma sotto l’obbedienza allo Spirito che, di tempo in tempo, fa nuove tutte le cose.

 

Nella mano destra di Teresa, è posta la penna e il “libro”, simbolo delle sue Costituzioni e poi delle sue Opere. Nell’altra mano, è presente il bastone del pellegrino proprio, nell’iconografia bizantina, delle guide della comunità.


S. Maria Maddalena di Firenze


Alla sinistra di chi guarda è posta S. Maria Maddalena de’ Pazzi e nella mano sinistra tiene un cartiglio che riporta la frase: “Chi cammina verso la Luce vive nella Verità” (da Rivelatione e Intelligentie). La mano destra, invece, è nella classica postura dell'"orante" segno di intercessione e di lode per tutta la Chiesa.

 

La mistica fiorentina, come in tanti episodi della sua vita, è scritta a piedi nudi, segno del suo amore per la povertà e per la conversione della Sposa Chiesa.

 

S. Maddalena porta l’abito nero, secondo l’uso antico dell’Ordine nel XV secolo (Saggi, 1954, pp. 101-102), rimasto a S. Maria degli Angeli fino al XX secolo, insieme alla cintura bianca.

Nelle Costituzioni del Carmelo di Firenze, redatte con la collaborazione di p. Ermanno Ancilli OCD, si legge: "La nostra singolare presenza nella famiglia del Carmelo e il senso pieno della nostra vocazione nel cuore della Chiesa sono strettamente legati al carisma della Santa Madre Maria Maddalena, che segna questo 'abitacolo di Maria' con la sua impronta di fuoco".


Lo "zoccolo" verde ai piedi delle Sorelle, nel linguaggio simbolico delle icone, è segno del cosmo che è sì animato dallo Spirito di Dio (il verde, infatti, è il colore dello Spirito Santo), ma è anche attraversato dal caos, rappresentato dai segni scuri incomprensibili. Tale "zoccolo" rappresenta la storia umana, non sempre docile al progetto del Padre, su cui hanno camminato le Sorelle.

Lettere e Detti

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