Storia di S. Maria degli Angeli
Una sintesi
Il Carmelo fiorentino ebbe origine da un gruppo di donne guidate da monna Innocenza Bartoli insieme a Lena Lapaccini, Rosa
Filippi e Mattea Chillini, legate spiritualmente al Carmine di Firenze, che dal 15 Agosto 1450, con voti, si impegnarono a vivere secondo la Regola del Carmelo nella sequela di Gesù, prendendo come modelli la Vergine Maria e il profeta Elia.
Grazie alle Donne fiorentine (anche di altri gruppi oltre a quello di S. Maria degli Angeli) e al priore del Carmine del tempo, p. Bartolomeo Masi, l'Ordine ebbe l'autorizzazione pontificia di accogliere delle Sorelle, con la Bolla Cum nulla del 7 ottobre 1452, durante il generalato del Soreth, ma con un percorso di notevole autonomia.
E' chiaro che è difficile datare con precisione l'inizio della vita comune anche se è noto che il 10 ottobre 1454, fu loro donata una casa in Borgo San Frediano. Ovviamente il dono di una casa non esclude, anzi suppone, che già prima avessero iniziato una vita comune.
Le Sorelle pregavano e lavoravano insieme, recandosi al Carmine per la messa. Gli ultimi studi confermano che tali Sorelle erano giuridicamente delle religiose con voti tanto impegnativi che ci volle una Bolla papale perché Monna Innocenza potesse riottenere dai frati del Carmine, per i bisogni della nascente Comunità, un suo terreno ceduto all'atto della professione.
Tra il 1479 e il 1482, fu loro concesso lo scapolare e, gradualmente, dietro le indicazione dei frati del tempo e secondo le consuetudini allora in uso, fu adottato uno stile di vita claustrale, fino a che, le Sorelle presero il velo nero di monache coriste nel
1521.
Probabilmente, per motivi legati al religioso carmelitano governatore del monastero (p. Giovanni d'Antonio), che intendeva continuare nel suo ruolo, nel 1520 ci fu un passaggio della giurisdizione del monastero dall'Ordine all'Arcivescovo, Giulio de' Medici.
Ma la professione sulla Regola del Carmelo e l'adesione alla sua spiritualità avevano ormai solide basi maturate nel variegato humus della Chiesa fiorentina, segnato da significative presenze diocesane e religiose, a partire da domenicani e francescani fino ai "nuovi" Gesuiti.
Tra le fondazioni principali, il Carmelo della SS. Incarnazione di Roma, voluto da papa Urbano VIII (Barberini) nel 1638. Tra le fondatrici si recarono Madre M. Grazia Pazzi, nipote della Santa e la novizia suor Minima Strozzi, venerabile.
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La Beata
Probabilmente a partire dal 1560, il Carmelo intrecciò profondi rapporti di amicizia con una laica domenicana, Maria Bartolomea Bagnesi (1514-1577), legata ai circoli
riformistici savonaroliani che facevano capo a S. Caterina de'
Ricci, evento che motivò le carmelitane, tra cui Madre Evangelista, ad appassionarsi ai temi di riforma della Chiesa tipici di S. Caterina da Siena oltre che del
Savonarola.
Alla morte, il suo corpo fu sepolto sotto l'altar maggiore, i suoi libri divennero un pilastro della formazione del noviziato, mentre il suo confessore, d. Agostino Campi, era già divenuto il governatore del monastero. Non mancarono anche contatti con il
B. Ippolito Galantini, coetaneo di S. Maddalena.
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La Santa
In questo clima di rinnovamento e fervore, entrò Caterina della famiglia Pazzi (1566-1607), in religione suor Maria Maddalena del Verbo incarnato, la futura Santa, che formatasi sulla Parola, fece dell'annuncio della Trinità, il cuore del
suo itinerario spirituale come possibilità di un autentico rinnovamento della Chiesa Sposa.
A tal fine dettò varie lettere, tra l'altro a
papa Sisto V e a S. Caterina de' Ricci.
Pochi anni dopo la sua morte, si aprì il processo che, il 22 aprile del 1669, culminò con la canonizzazione.
La sua festa liturgica si celebra il 25 maggio.
Nella chiesa del monastero sono presenti alcune tele del Curradi e dell'ambito del Sagrestani (XVII-XVIII sec.) che interpretano la figura della santa
secondo le esigenze del tempo, attento più al gusto dello straordinario che alla specificità della sua missione di rinnovamento della Chiesa.
Diverse figure notevoli per santità la presero come riferimento spirituale, tra cui:
madre Innocenza Barberini di Roma;
madre Rosa Maria Serio di Fasano;
madre Serafina di Dio, di Capri;
e madre Minima Luisa di Gesù Nazareno di Vetralla.
Figure di rilievo
Diverse sorelle, oltre a S. Maddalena, furono arricchite di carismi insigni nel discernimento spirituale e nella fortezza nelle prove, come suor Benedetta Vettori (+ 1598), tra le novizie più stimate dalla Santa, la madre Maria Sommai (+ 1616 - novizia della santa), la madre M. Grazia Pazzi (nipote di s. Maria Maddalena), la venerabile madre Minima Strozzi (+ 1672), la madre Trenta (+ 1740) o la madre Francesca Falconcini (+1849).
Si contano oltre settanta tra le consorelle riconosciute Venerabili e Testimoni. Altre, particolarmente nel ‘900, si distinsero nella promozione della formazione spirituale, con la redazione di opere originali e traduzioni di rilievo come suor Gesualda Sardi (+ 1930, prima traduttrice delle opere francesi di S. Teresa di G. B. e della B. Elisabetta della Trinità in Italia), definita da Madre Agnese di Lisieux "la Teresina di Firenze", la sorella suor Teresa di Gesù Bambino (Sardi) e la pugliese suor Minima Monterisi (+1986), per molti decenni solerte e puntuale archivista.
La Comunità storica ha avuto un'impronta carismatica peculiare, radicata nella storia spirituale della diocesi di Firenze e della Toscana e originale rispetto a tutti gli altri Carmeli, con autonomia di governo (con Costituzioni proprie dal 1564), garantita dal 1520 al 2016, da papa Leone X, essendo affidata alla cura dell'Arcivescovo di Firenze.