Madre Maddalena Costante
del Divino Amore
(Adele Picchi)
1805-1859
Adele Picchi, poi suor Maddalena Costante, nacque a Firenze il 1 gennaio 1839, da Ermanno Picchi e Virginia Bargigli.
La famiglia era ricca di otto fratellini ma fu segnata profondamente dalla morte prematura della mamma nel 1854.
Per questa ragione, per diverso tempo, la giovane non dichiarò al padre la sua intenzione di essere religiosa. Inoltre rimaneva incerta tra le Cappuccine, le Scalze e le figlie di S. Maria Maddalena de’ Pazzi.
Alla fine, sentendosi più attratta dalle Cappuccine, Adele chiese di farvi un ritiro. Ma non essendovi riuscita, accolse la disponibilità delle carmelitane di S. Maria Maddalena de’ Pazzi ad accoglierla, vi fece gli esercizi nel marzo 1857.
Sfortunatamente, vi fu poca intesa tra lei e la maestra del tempo, l’anziana e devota madre Maria Umiltà Magnolfi, mentre rimase molto colpita da una delle novizie.
A dispetto delle varie difficoltà incontrate, Adele Picchi finì per orientarsi decisamente verso le carmelitane e tornò a S. Maria degli Angeli il 14 dicembre 1858 per cominciare le prove.
Il 15 febbraio 1859 con la vestizione iniziò il noviziato, diventando suor Maddalena Costante del Santissimo Sacramento e trovando un valido sostegno nella madre Anna Maria Luisa del Divino Amore (Bakuzeim).
Per la difficoltà dei tempi, erano sospese anche le professioni e, suor Maddalena Costante poté fare solo privatamente, nel 1860, i voti semplici.
Fisicamente, suor Maddalena Costante era di statura media, tendente piuttosto al piccolo, ma di forme proporzionate e ben fatte. Biondi i capelli, con fronte alta e spaziosa, la carnagione chiara, naso e bocca piccoli, occhi neri, assai vivaci e penetranti. Conforme alla sua natura, ebbe come santo di cella S. Pietro d’Alcantara. Fu seguita nel suo itinerario spirituale da due illustri gesuiti: prima dal p. Manni (fino al 1870) e poi dal p. Alessandro Gallerani.
Dal 1863, suor Maddalena Costante, cominciò un diario spirituale che riuscì a proseguire fino al 1887.
Intelligente e volitiva, passionale ed ardente, riconosceva di aver avuto un orgoglio molto pronunciato che a lungo aveva dovuto combattere, conciliando la sua elevata vita spirituale con un’adeguata armonia delle facoltà e delle emozioni.
A proprio uso aveva creato uno stemma “nobiliare” nel quale le iniziali del suo nome, Adele Picchi, erano intramezzate dalla croce: A + P. E nella sua interpretazione, le iniziali del suo nome diventarono “Amare e Patire”.
I temi sembrano quelli della S. Maria Maddalena de’ Pazzi, ma ormai è lontana la passione della Santa per la Parola di Dio. Secondo la spiritualità vittimale sostitutiva che l’Oratorio del Berulle aveva ampiamente divulgato in tanti monasteri carmelitani francesi, pure suor Maddalena Costante fece voto di «vivere morta» dal 25 maggio 1869.
In conformità con tale attitudine, il 13 marzo 1870, fu colpita da una misteriosa malattia che la limitò molto in qualsiasi attività e nella partecipazione alla vita comune.
In seguito, suor Maddalena Costante, giovane professa dalla bella voce, fu scelta per due trienni come vice-maestra delle novizie nel 1871 e nel 1877, fu incaricata dell’impegnativo ufficio di economa che tenne per ben nove anni, mentre nel 1889 fu spostata nella formazione come maestra delle novizie.
In questo periodo, oltre a svolgere la propria missione, molto s’industriò per dare una forma definita alla biografia più volte iniziata e mai compiuta, della madre Lattanzi e della madre Falconcini.
Al termine, il 18 ottobre 1593, fu a sua volta eletta priora. Purtroppo il 18 maggio 1895, un tragico terremoto mise in ginocchio Firenze. E tra i danni gravi, ci fu pure il crollo di parte del nuovo monastero.
Il giorno precedente, quasi guidata da una premonizione, la madre Picchi aveva spostato una conversa dalla sua cella il cui pavimento sarebbe completamento crollato.
Ma l’emozione subita e le difficoltà che si dovettero in seguito affrontare fiaccarono in breve, la pur robusta fibra della madre. Quasi improvvisamente, infatti, si spense il 27 agosto del 1895.