Madre Innocenza dell'Incarnazione
(Camilla Barberini)
La fondatrice del Carmelo di Roma
1598-1666
Camilla Barberini, pare nata a Firenze, nel 1598, da Carlo e Costanza Magalotti.
Nel giugno 1613 fu accettata a S. Maria degli Angeli, quindicenne, dove cominciò il noviziato, attraverso la vestizione, presieduta dal governatore don Vincenzo Puccini, il 27 ottobre 1613, divenendo suor Innocenza dell'Incarnazione.
Fece la sua professione l’11 gennaio 1615, rimanendo ancora per tre anni nel noviziato.
Già a Firenze fu eletta prima maestra e poi priora dal 1634-1637. Quando fu eletto papa lo zio Maffeo (6 agosto 1623), col nome di Urbano VIII, contrariamente agli usi del tempo, volle mantenere in tutto l’osservanza della vita comune.
Ad istanza del fratello di suor Innocenza, il card. Francesco, il papa deliberò di trasferire le Carmelitane nell’ampio e salubre monastero dei Cistercensi di Firenze, sito in Borgo Pinti, cosa che fece, dell’11 marzo 1628, malgrado il più che comprensibile dispiacere dei monaci. Il 7 dicembre vi furono trasferiti anche i corpi della Beata M. Maddalena de’ Pazzi e della Bagnesi.
Forse in previsione delle ostilità che stavano maturando tra gli stati pontifici e gli altri principi italiani, compreso il granduca di Firenze e per avere vicine a sé la cognata e le nipoti, nel 1639, Urbano VIII decise la fondazione di un nuovo Carmelo in Roma, sotto la guida della nipote della Beata M. Maddalena de’ Pazzi, madre Maria Grazia.
Oltre alle due nipoti del papa, suor Innocenza e suor Maria Grazia con la loro cugina Teresa Rasponi, c’erano le professe solenni: suor Francesca del Giocondo, buona musicista e novizia della Beata, suor Maria Puccini, suor Caterina Eletta Lensi e le novizie suor Maria Minima Strozzi, poi venerabile, ed un’altra nipote della Beata, suor Arcangela Pazzi.
Queste ultime, poi, con madre Maria Grazia, tornarono a Firenze il 30 aprile del 1640.
Il 27 maggio dello stesso anno, fu eletta priora di Roma, madre Innocenza che ebbe l’arduo compito di formare la nascente comunità, dirigere il completamento del lavori del monastero sito a Monte Cavallo, nei pressi del Quirinale, stendere le nuove Costituzioni per ordine del papa.
Il necrologio della madre afferma che oltre con preghiere ed esercizi, si avvalse dell’opera
e dei suggerimenti: “De Padri Carmelitani osservanti, de Padri Gesuiti, e quelle date da S. Francesco di Sales per le Monache della Visitazione” .
La comunità che la rielesse per cinque trienni ne aveva molta stima descrivendola in modo lusinghiero: “Lei a tutte era l’idea dell’Osservanza, dell’Umiltà, Carità, Silenzio, quotidiana al Coro, lontana dalle grate, volendosi presente l’ascoltatrice, ritirata, piacevole con parlar di Dio”.
“Per le sue novizie voleva che fossero sitibonde de Santi Sacramenti, della Parola di Dio, della lezione spirituale”, secondo la spiritualità liturgica del Carmelo fiorentino.
Era stimata di intelligenza non comune, pure dal fratello cardinale.
Il 15 maggio 1641, per volere del papa, giunse da Firenze una reliquia importante, un dito della Beata M. Maddalena de’ Pazzi. Grande fu “ildolore e il pianto delle sue figlie religiose, come delle secolare educande per la perdita in terra di tanta esemplarissima Madre” che spirò il 26 marzo del 1666, a 67 anni di età.