Madre Fedele Teresa di San Giuseppe
(Fiordalise Lattanzi)
1733-1813
Fiordalise Lattanzi nacque il 30 gennaio 1733 a Fossombrone famiglia d’origine Toscana, ricca di molti figli. Secondo gli usi del tempo, solo i fratelli poterono seguire gli studi, con molto disagio e sofferenza nella piccola intelligente e intraprendente.
Su suggerimento di uno zio prete, fu posta nell’educandato del Carmelo di Firenze nell’agosto del 1744.
Intelligente e dolce fece buoni progressi, orientandosi per la vita religiosa, anche se era dibattuta tra l’ingresso tra le Scalze e le Carmelitane di S. Maria Maddalena. La madre Quaratesi, quasi ispirata, spalancò ad un tratto la porta della sua cella e le disse: «La sua Santa Teresa deve essere Santa Maria Maddalena. Dio vi vuole qui e non là». Fiordalise sarebbe rimasta senza parole.
Nel 1748 iniziò il postulandato con il nome di Maria Francesca, ma al momento di ammetterla al noviziato insorsero problemi non essendo lei fiorentina, a causa delle leggi civili in vigore. Il superiore del monastero don Filippo Barsotti, stabilì che, vestita o meno, suor Maria Francesca restasse in noviziato, sperando in un cambiamento delle leggi ma passarono così lunghi sei anni e il 19 marzo 1755, a ventidue anni, Maria Francesca fu ricevuta come oblata terziaria, ottenendo il nome in Maria Fedele Teresa di S. Giuseppe.
Nel 1757 fu promossa vice-maestra del gruppo delle giovani oltre che aiuto economa. Negli anni successivi gli incarichi fioccarono malgrado vari problemi di salute, tra cui crisi di cefalea e anche un periodo di sordità.
Priora
Solo il 7 dicembre 1766 poté, finalmente, dopo molte preghiere, fare la professione cambiando il “cognome religioso” da S. Giuseppe in quello del Sacro Cuore e appena un anno dopo, il 24 settembre 1767, fu eletta priora a trentaquattro anni.
Prudenza e pazienza erano le virtù che maggiormente erano apprezzate nella madre Fedele Teresa. Molto devota al Sacro Cuore, organizzò prima una piccola cappella interna, poi ottenne anche l’ufficio e la messa il 1782, nella difficile temperie storica dello scioglimento della Compagnia di Gesù, cui era molto legata.
La madre Fedele Teresa, che era stata eletta priora per la prima volta nel 1767, fu rieletta per altri numerosi mandati (1771-1774-1777-1780-1787), alternandosi con la maestra delle novizie.
In questo ruolo accolse la futura madre Agnese Falconcini, verso la quale ebbe molta stima, ma non sempre ci fu tra di loro troppa intesa. Teneva molto a formarle con serietà al canto e al lavoro, alla puntualità e all’ordine.
Nei mutamenti della storia
Sotto il regno di Leopoldo II si ebbero le tasse anche per i monasteri insieme a numerose leggi economiche restrittive, fino all’invasione dei Francesi nel 1799 e la soppressione del monasteri nel 1808. Fu una fortuna se, oltre ai sequestri di beni e argenti, il monastero fu ritenuto poco adatto a farvi un ospedale.
Ancora nel 1793, nel 1803 e nel 1806, le monache continuarono a rieleggerla come priora, pure se la sua situazione fisica era sempre più deteriorata e non mancava qualche mugugno da parte di più di una. L’ultima vera gioia del suo lungo priorato, pur in un contesto tanto tempestoso, fu la beatificazione della Bagnesi l’11 luglio 1805.
Quando ancora nell’ottobre del 1809, fu richiesta un’ulteriore conferma della madre come priora, la risposta della curia fu molto dura e, quasi sotto la minaccia di sciogliere il monastero, la Comunità decise di eleggere suor Marianna di S. Luigi (Grifoni).
Uno dei motivi che fu addotto dalle monache scontente fu un certo “rilassamento” della vita comunitaria favorito dalla Lattanzi. In realtà, la madre, essendo stata maestra, aveva notato la necessità di apportare alcuni cambiamenti negli orari e in qualche digiuno che minava la già fragile salute delle poche giovani.
Infine, il 1 ottobre 1810, la maggioranza di monache dovette disperdersi, mentre in monastero, con la madre Fedele Teresa, restarono altre diciotto Sorelle, tra cui le inferme più gravi ed anziane, anche per poter mantenere il diritto alla casa.
Nel 1812, col ritorno della Comunità, la madre Fedele Teresa, sempre sofferente, fu messa in una cella buona sì, ma un po’ isolata dalle altre anche per una malattia infettiva che aveva contratto.
Morì compianta da tutte l’11 gennaio 1813.