S. Maddalena e la Trinità*
S. Maddalena e la Trinità*

S. MARIA MADDALENA DI FIRENZE
"La creatura è trinità creata"


di B. Tenore 


 

Uno dei cardini dell'avventura spirituale di S. Maria Maddalena, nell'incontro col Dio Trinità, fu l'esperienza di scoprirsi, in quanto creatura amata, immagine e specchio della Trinità Santa, della Trinità Increata. Così come Gen 1, 26 annuncia, per S. M. Maddalena, con una sensibilità prossima a quella di diversi Padri greci, la creatura non solo è creata ad immagine del Dio Trinità, ma è chiamata a diventarne sempre più, somiglianza, trasparenza di Comunione e possibilità di comunicazione, relazione, dialogo.

 

Sullo schema dell'icona della Vergine del Segno che, intercedendo per il mondo, ha accolto in sé il Figlio, la Parola fatta carne, si è scelto di "scrivere" nel linguaggio delle icone la relazione, la reciprocità tra la Trinità Increata, nel linguaggio maddaleniano (accennata nella lunetta superiore, di cui solo una parte è " intuibile" nella nostra storia, -la trinità economica -) «il circolo in tre circoli» (PRO II, 112), e la "piccola" trinità che è la creatura umana (evocata nei tre cerchi concentrici in prossimità del "cuore" della Santa).

 

Numerosi sono i passi in cui la carmelitana fiorentina ritorna su tale pilastro della sua accoglienza/comprensione del Dio di Gesù Cristo.  Si è tratto spunto da una meditazione sul dono della pace su cui si soffermò nell'ottava di Pentecoste del 1585, partendo dal Vangelo del giorno (Gv 14, 2ss; RE, 77-78).

 

In esso si annuncia la creazione della persona umana come evento di suprema comunione trinitaria che prevedeva l'Incarnazione del Verbo già all'inizio, prima del peccato, come cammino di divinizzazione della creatura.

 

L'icona mostra S. M. Maddalena in piedi (in atteggiamento orante, di benedizione ed intercessione, con le mani levate), in primo piano.  Nel registro inferiore si scorgono i profili di due città. A destra della Santa, si intravede la Chiesa madre che ha generato alla fede, la mistica: Firenze, richiamata dalla cattedrale di S. Maria del Fiore. A sinistra, cifra della Comunione di Chiese che è la cattolicità, si intuisce la basilica di S. Pietro, posta sulla tomba martiriale di Pietro, segno della testimonianza degli Apostoli, che abilita il Vescovo di Roma a presiedere nella carità quale segno di unità.

 

Lo schema iconografico, nella sua strutturazione maria-forme, accenna al legame fondante della Santa, in abito carmelitano e cappa corale, con la Vergine.  Non si tratta di un legame devozionale ma di un'attitudine teologale che chiede ad ogni battezzato/a di rivivere in sé, come la Figlia di Sion, il suo discepolato esemplare e l'accoglienza/generazione del Verbo. Portare "l'abito di Maria", per la carmelitana, in modo particolare, ma non esclusivo, significa assumerne lo stile di vita (l'habitus) di Maria, "diventare Lei", nella sequela del Figlio suo (Reg. del Carmelo, Prologo), per effonderlo intorno a sé, costruendo legami di preghiera, sororità, servizio (lo scapolare che oltrepassa la "cornice" dell'icona stessa), come la Vergine nella Visitazione della cugina Elisabetta.

 

Secondo la Santa, Agostino le avrebbe scritto «nel cuore esse parole: Verbum a lettere d'oro» (CO I, 265). Il cuore, nel tradizione biblica primo-testamentaria, è l'intelligenza amante o, se si preferisce, l'amore intelligente capace di rispondere alla Parola del Padre nell'obbedienza del Figlio.

 

Nella fede cristiana, è anche "sede" della Trinità (Gv 14,23; cf i tre cerchi concentrici a tonalità sempre più scura, quanto più si procede verso il mistero), consegnata al battezzato/a nei segni sacramentali del Battesimo-Crismazione (evocati dal Sigillo di Fuoco dello Spirito) e dal trasfigurante Sangue Eucaristico (Calice).

 

Quanto S. M. Maddalena aveva ereditato dalla devozione cateriniana al Sangue, fu da lei assunto e rielaborato in chiave sempre più sacramentale e divinizzante, atto, cioè, non solo a liberare dal peccato, ma di più, a trasformare progressivamente la creatura in «trinità creata». Si è scelto di rendere il versetto giovanneo (Gv 1, 14), tanto caro alla carmelitana che volle, in religione chiamarsi proprio del "Verbo incarnato", in colore bianco, segno della pura luce e della presenza stessa di Dio.

 

La Parola accolta da S. M. Maddalena nell'ascolto orante e nel Sangue vivificante del Figlio, mediante l'opera dello Spirito, ha generato in lei una "nuova" incarnazione del Verbo che irradia la Presenza stessa del Dio Trinità: Amante, Evangelizzante e Trasformante, in un dono profondo di Comunione/Comunicazione.

 

 

da
C. VASCIAVEO, S. Maria Maddalena Icona della Chiesa di Firenze. Presentazione del ciclo iconografico ..., Carmelo S. Maria degli Angeli, Firenze 2007.

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