* La Parola è il roveto
Se vò alle creature che hanno l'essere, le veggo pigliar vigore da esse acque, onde veggo quelli albori che sono presso a esse acque, sono più alti e freschi, fanno più frutti e danno più suave ombra, sendo molto frondosi e copiosi di foglie.
Così vuoi fare in noi, che sendo le potentie dell'anime nostre piantate e radicate in esso mare che hai fatto in noi mediante l'influentia di questo Spirito, prendendo virtù e vigore da esso, facendo grande abbondantia di frutti, e tanto si vanno estendendo per affetto d'amore che fanno amena ombra a te, Verbo, sotto la quale ti riposi, cibandoti di quelli frutti, dove poi ancor tu inviti l'anima tua sposa a riposarsi sotto l'ombra tua e gustare de' tua dolcissimi frutti a tale che può dire: Sub umbra illius quem desideraveram sedi, et fructus eius dulcis gutturi meo (Ct 2,3), tanto che tu, Verbo, fai ombra all'anima, e essa anima a te. Tu la cibi et essa ciba te (RE, 59).
Et quel cuore che riceve esso Spirito è quel rubo che vedde Moise, che arde e non consuma (cfr. Es 3,2-3). Con una somma purità arde di desiderio che non sia offeso Dio, et consumassi di desiderio che sia honorato, se ben non si vede consumare (RE, 65).