COME NASCE UN’ ICONA
“Ciò che il Vangelo ci dice con le parole, l’icona ce lo mostra con i colori e ce lo rende presente”.
IV Concilio Ecumenico Costantinopolitano - 869
Le vere icone sono realizzate esclusivamente a mano, su tavole di legno scelto, di tiglio o di pioppo (stagionato ed essiccato ulterior-mente in forno) e trattate con antitarlo e antimuffa.
La tavola per poter essere dipinta, viene lavorata secondo i canoni antichi, con imprimitura a gesso fine di Meudon o di Bologna, con colla organica di coniglio e tela fine. Questa viene incollata sul legno allo scopo di evitare screpolature nel tempo.
Si inizia con alcune mani di colla a caldo, e in seguito di gesso e colla, sempre a caldo, fino a 7 o più mani, a spatola e a pennello. Il tutto dura alcuni giorni per poter permettere al gesso di asciugare tra una mano e l’altra.
Infine si carteggia intera-mente a mano, fino ad ottenere una buona super-ficie levigata e fine, priva di qualsiasi minima imperfe-zione, la sola adatta ad accogliere la doratura.
I colori
I colori impiegati per le icone sono pigmenti puri in polvere, di origine minerale (carbonati, silicati, ossidi, ecc.) e organica (tratti da sostanze vegetali e animali) come legante viene usato il rosso d’uovo mescolato con vino bianco ed essenza originale di lavanda, atta a preservare la pellicola pittorica da eventuali parassiti che potrebbero intaccarla.
Per la “scrittura” (così è detta la fase pittorica in ambito iconografico) si segue il metodo della chiarificazione progressiva, partendo da basi scure, stese con velature e a strati, aggiungendo nei successivi strati velature sempre più chiare.
Inoltre si usano pennelli di pelo di animale (di vaio, cioè scoiattolo e di martora) molto costosi e delicati ma più adatti alle varie velature con cui si procede nel lavoro della tempera a uovo.
L’oro
L’oro dei fondi e dei nimbi è molto importante nelle icone, è segno della dimensione Divina e diviene fonte d’ illuminazione del soggetto raffigurato. Viene posto in due modi possibili: a bolo e incollato.
Si tratta di lamina d’oro, detta “foglia oro”in libretti, che può variare nei karati (esiste anche l’imitazione). Il massimo dei karati per la foglia oro è 23 ¾. Il costo varia, in base alla valutazione dell’oro in quel momento sul mercato.
Il metodo a “bolo”, che consiste in argilla rossa armena più colla di coniglio o albume d’uovo, è il metodo di doratura più elaborato e richiede grande maestria. Il bolo viene steso con decine di strati di velature progressive e lucidato con pietra d’agata originale, prima di adagiarvi l’oro (usando pennellesse fini di crine di cavallo), che essendo sottilissimo e delicato richiede estrema cura e velocità, dal momento che se il bolo dovesse troppo asciugare l’oro non attacca più.