Beato Ippolito Galantini
Ippolito Galantini, nato a Firenze (1565-1619), fu un laico (non religioso come taluni affermano), molto noto nella sua città per la dedizione verso l'evangelizzazione di ragazzi e uomini.
Nato in una famiglia modesta, fu avviato presto alla tessitura, ma di sua iniziativa si coinvolse in varie realtà del
tempo, simili alle confraternite, per una rinascita della vita
cristiana nel Popolo di Dio.
Contemporaneo di S. Maddalena, ebbe contatti con la giovane comunità di Gesuiti di Firenze e non si può escludere che i due giovani coetanei abbiano avuto qualche occasione di incontro.
Desideroso di donare la sua vita al Signore, pensò ai rigorosi Cappuccini, ma non fu accolto per la salute
cagionevole.
Dopo tale dolorosa esperienza, continuando nel suo umile lavoro di tessitore per mantenersi, per mandato dell'arcivescovo Alessandro Medici, fu a capo della Congregazione di Santa Lucia al Prato e poi di quella del Santissimo Salvatore.
In seguito ad una donazione da parte dei Francescani, dal 1602, poté disporre di un grande Oratorio in cui si occupava di catechesi e animazione pastorale con i giovani appartenenti alle fasce meno abbienti della popolazione.
Fondò pure la Congregazione di San Francesco della Dottrina cristiana, una confraternita (detta popolarmente Compagnia dei Vanchetoni, per il camminare silenzioso - cheto - dei confratelli nelle processioni) e malgrado le opposizioni che conobbe durante la sua vita, anche da persone stimate come d. Vincenzo Puccini, governatore del Carmelo di S. Maria degli Angeli di Firenze, fu tenace nella sua opera di laico modesto e coerente.
Morì nel 1619, subito circondato da grande fama.
Fu dichiarato Venerabile nel 1756 e beatificato da Leone XII nel 1825.
Buon amico di S. Maddalena che, qualche volta, si recava a visitare in S. Frediano, nel loro ultimo incontro nel 1607, e promise di "lasciarle il suo
cuore", avendo condiviso pienamente, seppure in due modalità differenti di collaborazione e servizio ecclesiale, il profondo desiderio di riforma della Chiesa.
La promessa non fu vana, perché l'importante reliquia del beato, dopo la sua morte, raggiunse il Carmelo fiorentino, dove rimane testimone silenzioso della comunione dei Santi.
La sua festa liturgica è celebrata il 3 ottobre.
A lui è intitolato l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Firenze.