La Fonte

Da Giovanni della croce, La fonte que mana y corre (1578)

Rielaborazione e musica di Chiara Vasciaveo

Coro del Carmelo di Firenze.

Il testo «La fonte que mana y corre» risale al 1578, probabilmente durante il periodo di carcere convenutale a Toledo, dal quale fuggì durante l'ottava dell'Assunta,  rifugiandosi dalle Sorelle del locale Carmelo. Durante il periodo penitenziale, come in uso nella legislazione religiosa del tempo, fra Giovanni fu spesso privo della celebrazione Eucaristica. E' possibile che l'intenso desiderio di comunicarsi insieme al buio della piccola cella in cui era rinchiuso, gli offrirono i simboli centrali di questa poesia che fa dell'esperienza oscura della fede, la porta dell'incontro tra la creatura e il suo Creatore che tutto si è consegnato a lei nell'Eucaristia.

QUELLA FONTE ETERNA STA NASCOSTA,

SGORGA NELLA NOTTE PIÚ PROFONDA.

ORIGINE NON HA, NÉ PUÒ AVERE,

PERCHÉ OGNI COSA DA LEI VIENE.

Oppure

AQUELLA FONTE ETERNA ESTÁ ESCONDIDA,

CORRE NE LA NOCHE OSCURECIDA,

ORIGEN NO LO SÉ, PUES NO LO TIENE,

PORQUE TODO DE ELLA VIENE.

1. Non esiste perla tanto bella,

che cielo e terra vivono di lei.

Ora sua chiarezza è velata,

perché ogni luce là è sgorgata.

2. Così ricche sono le sue acque,

che pur l’inferno irrigano e le genti,

la sua corrente è onnipotente

anche se nella notte è la sorgente.

3. Questa fonte viva è celata,

in un vivente pane che dà vita.

Qui sta chiamando ogni creatura,

offrendo fresca acqua anche se scura.