LA REGOLA DEL CARMELO
All'origine c'era la "Norma di vita" di sant'Alberto di Vercelli o di Gerusalemme (+1214), data ai "fratelli eremiti del Monte Carmelo" (poi chiamati Carmelitani) tra il 1206 e il 1214, quando egli era Patriarca di Gerusalemme.
Con successivi ritocchi, venne approvata definitivamente come vera e propria "Regola" da Innocenzo IV il 1° ottobre 1247, con la bolla "Quae honorem Conditoris" (cfr. Reg. Vat. 21, fol. 465v-466r).
Fino ad oggi tutti i rami della Famiglia Carmelitana (frati, monache, suore) la premettono al testo delle Costituzioni o Statuti, ed è rimasta immutata nel testo definitivo.
Le così dette "mitigazioni" sono delle concessioni pontificie sulla pratica di alcuni precetti particolari: come l'astinenza, il digiuno, le rendite, la ricreazione; ma non hanno mai modificato il testo della Regola.
La Regola carmelitana afferma che è fondamentale: «vivere nell'ossequio di Gesù Cristo e servire fedelmente a Lui con cuore puro e totale dedizione» (Prologo).
La Regola del Carmelo
nelle sue radici bibliche e patristiche
e nel commento
dei Santi e Sante del Carmelo