Lettera aperta del Carmelo di Firenze
per i 430 anni dalla morte della Beata Domenicana
Firenze 1514 - 1577
II parte
Già ai tempi della Santa, si temeva che il valore della testimonianza della Bagnesi fosse poco conosciuto e stimato, ma diversi sono i criteri dei Santi da quelli mondani della fama: «Si, la Madre Suor Maria, ha amato il mio Amore. Amore, Amore, et poi le temono che no' sia conosciuta; la Tepidità e la poca Fede fa, Amore, che l'hanno questo timore, che la tua diletta no' sia conosciuta. Ma, o, Amore, la saprai ben far conoscere sì, quando sarà il tempo. O, Amore, amore, e quell'altra, dico la serafica Caterina [da Siena], queste Amore son quelle che t'hanno amato di puro Amore» (QG, 149).
Per la Santa, come le sue parole attestano, la Beata costituiva, insieme a S. Caterina, la sua consigliera di cui non si sarebbe privata per nulla al mondo: «Dopo questo il Padre eterno, quale io domando il mio Padre, mi dette se stesso come Padre; l'Amore, per mio Maestro; e Jesu, per mio Diletto Sposo; la Vergine Maria, per mia cara Madre; et santo Agostino, Santa Catherina da Siena e la Beata Madre Suor Maria per mia consiglieri, che sempre mi dicessino quello che io havevo a fare per piacere allo Sposo Jesu. Et subito l'Amore Unitivo mi cominciò a insegnare di molte cose, le quale no' vi saprei dire pure per un poco. Et dopo Jesu tutta mi unì a se come cara e diletta Sposa; et la Vergine Maria mi prese per suo figliuola. Et io gli dissi: Madre di Jesu e mia, Voi sapete che la Madre danno il latte a loro figliolini; e così bisogna che facciate a me, voi, Madre mia dolce» (QG, 238-239).
Alla Beata, la Santa riconosceva un ruolo specifico di intercessione per le sue sorelle carmelitane, partecipando ad iniziarle all'amore consegnato del Cristo di cui tutte beneficiavano, imparando da lei la forza e il sostegno della comunione dei Santi nell'itinerario della vita cristiana:
«Questa medesima mattina che facemo il colloquio con la detta diletta Anima, sendo essa doppo che fu comunicata rapita in spirito, vedeva la Beata Madre Suor Maria Bagnesi, sendo che era il giorno che già otto anni fa passò della presente vita alla gloria e vita immortale [28 maggio 1577], la quale aveva in mano di molti vestimenti, come tonacelle bianche.
Et intese che detto vestimento bianco era la purità, la quale essa B. Madre bramava di dare a tutte le Suore. Ma perché tutte non erono atte né ben disposte a ricevere quella purità, essa Beata Madre pigliava quel vestimento bianco e lo metteva nel Costato di Jesu, dove esso lassava quella purità che alcune non erono atte a ricevere, et pigliava quella virtù che aveva bisogno e desiderava quella Suora a chi essa voleva vestire quel vestimento.
Come ad alcune che avevono bisogno e desideravono di essere humile, gli diventava un vestimento d'umiltà, ad alcune di pazienza, a chi di carità, a chi di obedientia, e a chi d'amore, e va discorrendo in tutte le virtù secondo il desiderio e bisogno di ciascuna, e ad alcune che erano pure esso vestimento in quel Costato di Jesu diventava più puro e candido.
Ed essa Madre ci andava giù giù vestendo tutte, tutte, cavando di mano in mano del Costato di Jesu la veste di ciascuna, di quel colore secondo la virtù che esse erono atte a ricevere. E dice che ci vestì tutte; ma di alcune sole pigliava il loro cuore e glielo lavava ben bene, e poi glielo rimetteva; e ancora dice che alcuni di essi cuori gli apriva perché potessino ricevere il Sangue di Jesu e alcuni no. E faceva questo solamente a quelle Suore che l'havevono pregata e desideravano ch'el' cuor loro fussi purificato, e fussi vaso da ricevere in sé il Sangue di Jesu.
E così vedeva che essa insufflava verso il Padre, conferendogli di quell'influxo che essa in Paradiso riceve da Jesu continuamente. Et intese che Jesu si compiace tanto nelle persone vergine e pure che molto più volentieri dispensa e dà e' doni sua per mezzo loro, et alle persone pure, che per mezzo d'altri Santi e ad altre persone che posseggono altre virtù. Et questo l'intese per amore di essa Madre Suor Maria che era vergine et tanto pura, e vedeva che Jesu dava tanti doni per lei alle persone pure» (CO II, 378).
Ancora oggi le parole di S. Maria Maddalena costituiscono, per noi, fonte di riflessione e stimolo di conversione.
L'amicizia spirituale tra la carmelitana fiorentina e la laica domenicana, precorrendo i tempi, testimonia la possibilità di realizzare una piena
santità cristiana in tutte le vocazioni (Lumen Gentium V). Nella linea dello "scambio dei doni", a più riprese
proposta dai pontefici sulla ricchezza di una profonda comunione tra religiosi e laici, esse ci offrono spunti di riflessione, riguardo all'apertura con cui i Santi hanno aperto sentieri di
profezia e comunione, in umiltà reciproca e gioia.
La stima vissuta tra queste due donne richiama il primato di quella pienezza nella carità che sola giustifica la Chiesa e tutte le vocazioni cristiane nella
Chiesa.
Abbiamo riscoperto noi per prime, la ricchezza di amicizia e scambi spirituali che la Santa, educata dall'apertura del suo Carmelo verso la Beata e la famiglia
Domenicana, ha sperimentato, sostanziando il suo vissuto spirituale.
Dalla sua esperienza di Dio scaturiva un vero culto per l'amicizia e il dialogo nello Spirito. L'intera sua vita ce lo testimonia, dalla sua formazione tra le Sorelle Povere di S. Chiara, alle numerose lettere conservateci nell'Epistolario verso le Cavalieresse di S. Giovannino e tante religiose e religiosi, oltre che laici e laiche, fino all'importantissimo passaggio di un suo appassionato scritto indirizzato a S. Caterina de' Ricci OP in cui sosteneva:
«Et se Dio è di bontà somma, deve esser in noi una retta e stietta semplicità. Et per non stare a numerare tutti li attributi di Dio, verrò a quella da me tanto desiderata.
Dico che se Dio è comunicativo, doviamo ancor noi esser comunicative in comunicare le illuminatione che Dio ci comunica, massimo quelle che possono aiutare a ridurre a lui le sua creature» (LR, 9,29).