La seconda sede del
Carmelo
S. Maria degli Angeli
Borgo Pinti
1628-1888
Visite illustri
Tra i regnanti che ebbero occasione di accostarsi al monastero e di venerare la Santa, ci fu sicuramente la visita singolare di un cristiano evangelico, il re di Danimarca il 2 aprile 1709, che aveva conosciuto quando era una nobile lucchese, una monaca di S. Maria degli Angeli, la madre Trenta.
Carlo Emanuele di Sardegna e M. Adelaide Clotilde di Francia cacciati dai loro stati, di passaggio a Firenze il 16 aprile 1800, si recarono al monastero carmelitano a venerare la Santa, mentre il 3 dicembre 1801, col trattato di Luneville, spodestato Ferdinando III, giunse come re di Etruria, Ludovico di Borbone, figlio del duca di Parma con regina Maria Luisa, infanta di Spagna.
La regina si mostrò molto vicina alle monache non solo stabilendo una buona amicizia con loro, ma anche sostenendo presso il pontefice Pio VII la beatificazione della Maria Bartolomea Bagnesi.
Durante il doloroso esodo di Pio VII verso la Francia e il suo passaggio a Firenze, il papa visitò la comunità il 6 novembre 1804. Analogamente, il 22 agosto 1857, trovandosi a Firenze, Pio IX, volle venerare con solennità il corpo di S. Maria Maddalena.
Le grandi crisi
Momenti di particolare crisi sopraggiunsero sia per diverse epidemie particolarmente gravi come la diffusione della peste dal 1629 al 1631 e di tifo dal 1764-1767, sia per inondazioni dell’Arno.
Altre gravi difficoltà vennero da eventi politici come l’espulsione dei gesuiti dal granducato (1773) sia per la svolta giuridica nella legislazione leopoldina che, a partire dal 1775, previde l’assoggettamento di tutte le persone ecclesiastiche al pagamento delle imposte statali anche per i beni immobili, creando una seria crisi finanziaria del gruppo.
Malgrado la presenza dell’illustre arcivescovo Antonio Martini (+1809), grande studioso della Bibbia, si chiusero anche gli educandati, almeno temporaneamente, a S. Maria degli Angeli, fino al 1790, altra fonte di rendite e di reclutamento per le monache.
Dopo l’arresto di Pio VII il 6 luglio 1806, i monasteri si trovarono in una situazione sempre più precaria, fino alla soppressione del Carmelo di Firenze il 1 giugno 1808.
Tra XVIII e XX secolo maturarono in fretta dei cambiamenti epocali della cui profondità pochi ebbero piena percezione.
Dopo il Congresso di Vienna, con l’estendersi del Regno di Piemonte, il 26 novembre 1866, per la comunità di S. Maria degli Angeli, divennero esecutive le leggi della nuova soppressione, con l’esproprio degli oggetti d’arte che si estesero gradualmente fino alla requisizione di un’intera ala del monastero (1886), per costruire una strada di accesso al centro città.
Finché il 15 ottobre 1888 fu decretata dal governo l’espulsione esecutiva di tutte le monache da completare entro il 25 ottobre. E si può immaginare con quali sentimenti da parte delle monache, finì la presenza delle carmelitane a Borgo Pinti.
Nel frattempo, la Comunità, pur travagliata da molte difficoltà economiche, prevedendo lo possibilità di un esproprio, aveva cercato di acquistare un terreno nel dicembre 1885 iniziando a costruire un nuovo monastero in piazza Savonarola.
Cf C. Vasciaveo, Una storia di Donne, Roma 2013, pp. 211-213.