Il Verbo dona il bacio della Pace
25 marzo 2007
Lettera aperta del Carmelo di Firenze
per il IV Centenario della morte
di S. Maria Maddalena
Firenze 1566 - 1607
Carissimi Sorelle e Fratelli,
Amiche e Amici del Carmelo,
il 25 maggio del 1607 (per l'Ascensione), nella nostra comunità, spirava Suor Maria Maddalena del Verbo Incarnato.
Nata dalla nobile famiglia fiorentina Pazzi, il 2 aprile 1566, fu chiamata Caterina e, giovanissima, a 16 anni entrò per l'Avvento del 1582, tra le sorelle del Carmelo, al fine di poter
accogliere come Maria il Verbo, la Parola del Padre, nello Spirito di Fuoco e Tenerezza.
La Chiesa l'ha riconosciuta Santa, testimone di quel Figlio tanto amato che ella aveva scelto come Fratello e Sposo, per «seguire le pedate sua» (LR 7, 29). S. Maria Maddalena è per noi Sorella e
Madre nel cammino spirituale, nel vivere l'ossequio di Gesù Cristo (Regola del Carmelo, prologo), nel meditare giorno e notte la Parola del Signore (Regola del Carmelo 7) e nel suo invito
pressante a crescere, come sorelle, quale povertà amata da un Dio che è Comunione.
Il generale dell'Ordine carmelitano, p. Joseph Chalmers, ha pensato di ricordare con una lettera il quarto centenario della sua morte, e noi, in questa festa tanto amata da S. Maria Maddalena,
memori di quanto la nostra Sorella desiderasse un Carmelo comunione, ci siamo sentite interpellate ad imitarla, seppure in minima parte.
Ci piacerebbe condividere qualcosa della sua sapienza con quanti la conoscono e vorranno, quest'anno in modo tutto particolare, chiedere la sua intercessione, ispirandosi alla sua passione per
l'Evangelo e per il rinnovamento della Chiesa.
Quasi prendendo a prestito le sue parole, ci piacerebbe far risuonare la sua voce, la sua passione per la Parola e per una Chiesa più vicina ai sogni di Dio, anche nel nostro tempo.
* Iconografa: B. Tenore.
Fu data quella pace in Maria
«Se non era Maria, per me non era Dio» (PRO II, 202). Un'affermazione audace quella della Santa che ha amato la Vergine Maria, la prima discepola del Figlio, come sua Madre e guida.
Con lei, in Avvento ha voluto muovere i primi passi nell'accoglienza del progetto del Padre.
Con lei, a partire dalla Pentecoste del 1585 si è lasciata sfiorare dal «Bacio di pace» dello Spirito. Con lei nell'Assunta del 1593, ha voluto ripensare la vita contemplativa carmelitana
aprendola ad una forte ansia evangelizzatrice.
Alla scuola del Padri, formata dalla Parola accolta nell'Eucaristia e nelle celebrazioni liturgiche, già dai primi tempi del suo cammino riconosceva che: «Et comunicandosi esse, unendosi a Jesu,
vedevo che la Vergine Maria dava a tutte il bacio della santa pace» (QG, 258). Ma lo stesso «bacio di pace», per lei ha significato molto di più.
Il «bacio di pace» non è solo l'intercessione di Maria, ma è Dio stesso che si consegna alla sua la creatura, resa capace di accoglierlo. E queste nozze avvengono in presenza di Maria, anche
grazie al suo Sì, perché quanto è accaduto alla Vergine, è offerto ad ogni persona: «O Maria gloriosissima! "Mi baci con i baci della sua bocca" (Ct 1,1). Dette a te il bacio della bocca sua. "Mi
baci". Nel qual bacio si contenne quella interna visione che dovevi avere di Dio e la participazione del Verbo. Avevi ad esser capace della divinità quanto ne può esser creatura mortale... Con la
bocca sua, cioè, ti fece gustare quello che Dio gusta della creatura e quel che la creatura gusta di Dio... A uno a uno vai adornando i cuori delle creature per potergli offerire alla Santissima
Trinità insieme col tuo. Non sia nessuno che rifiuti tal adornamento» (PRO II, 200).
Il Dio Trinità, quindi, è per la nostra Sorella, un «bacio di pace».
Il Consiglio di Pace della Trinità
Cari amici, lasciatecelo dire: per S. Maria Maddalena non bastava "amare" un Dio "generico" o suonare le campane per Lui.
Per S. Maddalena, il problema serio era annunciare il Volto di Dio che la Parola le consegnava.
Un Dio che sa guardare negli occhi.
Un Dio che sa ascoltare e consegnarsi.
Un Dio che supera i nostri sogni di "perfezione" e forza.
Per S. Maria Maddalena, il Dio cristiano sa guardare e ri-guardare, e da questa contemplazione del Figlio nasce la creazione: «Et fu data questa pace ... quando nel risguardo che facemo l'una
Persona nell'altra si concepì il già concetto huomo. Et non fu essa pace di spirare ma di risguardar, nel qual risguardo c'invaghimmo tanto della grandezza e bontà di noi, che senza desiderare
desiderammo d'un desio immenso di comunicare questa nostra bontà. Et non trovando chi fussi capace di poter ricevere tal comunicazione, deliberammo di creare il già concetto uomo a nostra
immagine e similitudine. E così fu creata una nuova trinità acciò ancora in essa si potessi dare questa pace» (RE, 76).
Questo è l'annuncio centrale dell'Evangelo: la creatura è "tenda della Trinità" e questa creatura può ricevere, come Maria, il dono della Pace, che è il Dio Trinità, presenza trasformante e
liberante.
Unica, infatti, risulta nella storia della spiritualità, una definizione tipica di S. Maddalena come caratteristica di Dio: «Dico che se Dio è comunicativo, dobbiamo ancor noi esser comunicative
in comunicare le illuminatione che Dio ci comunica, massimo quelle che possono aiutare a ridurre a lui le sua creature» (LR 9, 29).
Se Dio è Comunicativo: il rinnovamento della Chiesa. E' questa la chiave, ci sembra, carissimi Sorelle e Fratelli, per scoprire il cuore della "passione" di S. Maddalena. La sua è stata una passione d'amore ricevuta dal Cristo per il suo Corpo ferito, percosso e umiliato che è la Chiesa, a causa della mediocrità di tanti suoi figli e figlie.
Non si giunge al "segreto" della risposta della nostra Santa al Dio Trinità, riteniamo, per la via dei "modi" attraverso cui lo Spirito ha potuto o dovuto esprimersi in lei (talora estasi,
lettura del cuore altrui, profezia).
I "modi" risentono dei tempi e anche dei condizionamenti storici. Ciò che rimane attuale di Lei non sono i "fatti straordinari", ma quell'amore creativo e dinamico che, confessava al p. Blanca,
l'aveva abitata sin da piccola, quando aveva cominciato a nutrire la speranza che si rinnovasse la Sposa Chiesa (cf LR 6, 13ss).
La Chiesa, per lei, così come i singoli e le comunità religiose, in quanto Sposa amata dall'«Amoroso Verbo, Svenato Agnello», possono convertirsi, possono cambiare e rispondere a questo Amore
intriso di sobrietà di vita, di attenzione per la Parola e di cura per il Volto e la dignità dell'altro.
Ci sembra che la Santa, sulla scia del movimento savonaroliano, testimoniato ancora tra noi dal corpo della Beata Maria B. Bagnesi (1514-1577) che domina in
capitolo, volle unire alla preghiera e al suo vivere nell'amicizia tra sorelle, una mistica profetica di annuncio rinnovato dell'Evangelo. Ella ha prima vissuto e poi proclamato il Volto del Dio
Comunione ad uomini e donne del suo tempo per una Chiesa diversa.
Ci interroghiamo su come oggi una comunità contemplativa possa vivere questo "essere sorelle" di tanti alla ricerca di un volto accogliente di Chiesa, di uno spazio di ascolto di Dio e dei
fratelli, e presentiamo al Padre e alla Chiesa la nostra povertà unita al desiderio più profondo di lasciarci "lavorare" e condurre dallo Spirito, così come Lui vorrà.
Diventare Fuoco e Acqua
In tanti, prima di S. Maddalena, avevano insegnato caratteristiche dell'amore o sui vari "amori" che le creature possono provare nel cammino verso Dio. Ma ci pare che la nostra Sorella mostri
un'originalità particolare, richiamandosi alla Scrittura. Vertice della missione di Cristo, per lei, non era la passione e morte di Gesù, che pure aveva a lungo meditato, ma il dono dello Spirito
di Pace da parte del Risorto.
In ogni creatura, a suo modo di vedere, lo Spirito vuol attuare l'intera storia della salvezza e compiere l'avventura pasquale del Figlio.
Così non stupisce sentirla affermare: «O puro Dio, quanto sei grande! Vorresti tu allagare il tutto, ma bisognerebbe essere delfini a voler essere allagata!...O puro Dio, o eterno Verbo! Vorresti
fare in noi un fonte d'acqua viva» (RE, 58-59), ed insieme sentirla riconoscere: «Et quel cuore che riceve esso Spirito è quel roveto che vide Mosè, che arde e non consuma (Es 3,2-3)» (RE, 64).
S. Maria Maddalena, come la Vergine, ha accolto il Verbo e la sua Parola. Ma tale esperienza, carissimi, lo sappiamo bene, chiede di crescere umanamente e spiritualmente, di lasciare le "logiche
vecchie" quasi al di là delle nostre possibilità tanto limitate, che anche lei, come noi, ha sperimentato: «Inferno e paradiso insieme. Ardeva il rubo di Moysè e non si consumava, ma io mi
consumo e non ardo. O Verbo, non più grandezza, non più bontà» (CO II, 308).
Ci chiediamo quanti ritardi e "prudenze" troppo umane, ci siano da bruciare in noi e nel Carmelo.
Riflettiamo su quanto noi Chiesa riusciamo ad essere davvero offerta di incontro con la Parola che riesca, come alla tavola di Emmaus, a ristorare i pellegrini e ad aprire occhi ed orecchie
dinanzi a Colui che ha voluto stare alla nostra porta (Ap 3, 20), in attesa.
Ma il vertice di questo «bacio di pace» e «bacio di unione» (CO II, 275- 280), abbiamo scoperto, alla "scuola" di questa nostra Santa Sorella, è un'autentica "cascata", un vero
"fiume", che scaturendo dalla Trinità, coinvolge la creatura in un dono immeritato, in un amore (e questo sì è rischioso) a misura del Figlio, e non del nostro cuore, quello che lei amava dire un
«amore morto».
Affacciarsi alla finestrella del Costato
L'esperienza mistica, per S. Maria Maddalena non si esaurisce certo tra l'anima e Dio. Non consiste in penitenze eroiche o in slanci emotivi. Ci sembra importante seguire nei testi il suo effettivo cammino spirituale, cogliendone la progressiva maturazione, pur nelle fatiche. E scorrendo le parole non solo della giovinezza della Santa, ma anche della sua maturità, ci piace sottolineare un suo "sogno".
La nostra Sorella, sin dal 1592, infatti, "sognava" delle carmelitane contemplative che un giorno potessero finalmente avere: «Li occhi e le mane di Santa Catherina da Siena e tutte si andavono
dilettando e spassando in sur un ameno e fiorito prato molto unite» (PRO I, 259).
Si trattava di avere capacità di discernimento (occhi) e di azione (mane) tali che queste "nuove" monache:«Non sempre stanno nel cuore che è il thalamo ascoso e secreto della sposa anima, né
ancora sempre nel costato...perché quando alquanto si è stato nel thalamo secreto del cuore, si deve scorrere e farsi un poco alla finestrella del costato per chiamare tante e tante anime che si
vanno perdendo; il che si deve fare con uno ansioso e amoroso desiderio della salute di esse» (Ivi).
C'era in S. Maria Maddalena un appello forte all'essere sorelle e creature dell'Evangelo, donne capaci di ascolto della Parola e profezia, insieme, di Comunione. E sperimentiamo nella nostra
carne quanto questo Dono sia impegnativo nel quotidiano e creativo nelle sue richieste.
Il Dio che S. Maria Maddalena ha sperimentato, le si è rivelato Dialogo, Comunione, Bacio e Progetto di pace per ogni creatura. Per questa Parola e per questo Dio, Lei era disposta a donare la
vita.
Per questa Parola e per questo Dio, ci pare possibile, non custodire ancora oggi un "museo" pur prezioso delle sue parole, ma coltivare la speranza di una comunità e di una Chiesa giardino che
sappia discernere i segni dei tempi e sappia comprendere che il problema non è rifare allo stesso modo gesti del passato, quanto sapersi lasciare interrogare dal Cristo e decidersi dinanzi Lui,
in forme e risposte adeguate per il nostro tempo.
La Santa, infatti, sosteneva a proposito di molte usanze tradizionali che non condivideva in comunità: «Molte si vanno scusando dicendo: o quelle che sono state qui nel medesimo luogo innanzi a
noi, si trovon pur ora a godere in quella celeste gloria. L'hanno pur fatte anche loro, e non crediamo abbino fatto male. E si potrebbe risponder loro, che se le l'hanno fatto, non hanno fatto
delle cose che Dio ricerca che si faccino ora: allora era un tempo e ora è un altro» (PRO I, 101-102).
Ci fa riflettere, carissimi, questa parola evangelica ed esigente. Per questo sentiamo il bisogno di una supplica più ardente e di una condivisione più piena con ogni battezzato, con ogni
carmelitano/a, con ogni donna ed uomo di buona volontà.
Che in questo tempo, anche per intercessione della Vergine e di Santa Maddalena, lo Spirito scenda sovrabbondante sulla nostra comunità, sulla nostra Chiesa locale e su ogni creatura, Dono
personale e comunionale di Fuoco e di Acqua, per bruciare le nostre paure ed irrigare i nostri deserti. Abbiamo bisogno di Lui, perché ciascuno ed insieme sappiamo scorgere le tracce del Figlio e
seguirle senza esitazione, nel suo Amore consegnato.
Abbiamo davvero bisogno di accoglierlo, soprattutto quando ci sorprende e ci scomoda. Allora quel lontano «bacio di pace» che la nostra amata Sorella aveva sperimentato come Presenza di
Comunione, parlerà ai cuori più lontani e li toccherà anche attraverso di lei, nell'oggi, con la sua parola fragilissima e forte.
Le vostre Sorelle Carmelitane
Firenze, Annunciazione del Signore, 25 marzo 2007
dal Carmelo S. Maria degli Angeli e S. Maria Maddalena
QG SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI, Quaranta giorni, E. Ancilli (ed.), I, Firenze 1960.
CO I-II ID., Colloqui, C. Catena (ed.), II-III, Firenze 1961-1963.
RE ID., Revelatione e Intelligenze, P. Visentin (ed.), IV, Firenze 1964.
PRO I-II ID., Probatione, G. Agresti (ed.),V-VI, Firenze 1965.
LR ID., Lettere sulla Renovatione della Chiesa, in
SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI, "Constretta dalla dolce Verità, scrivo". Epistolario completo, C. Vasciaveo (ed.),Firenze 2007.