Il Carmelo di Santa Maria degli Angeli affonda le proprie radici nel complesso dinamismo della varie esperienze femminili del XV sec. in Europa.
E, per molti aspetti, la sua storia coincise, nelle luci e nelle ombre, con le principali tappe della presenza delle donne nel Carmelo.
La sua vita iniziò con la ricezione del mantello dell'Ordine da parte di alcune laiche,
Innocenza di Simone d'Arrigo Bartoli, vedova di Paolo Migliorati suo terzo marito; Sara Lapaccini, vedova e
sua figlia Lena, insieme ad Anna de' Davanzati, presso la Chiesa di S. Maria del
Carmine, il 15 agosto del 1450.
L'assunzione di tale mantello di lana bianco, tradizionalmente legato alla devozione alla Vergine, costituiva il primo passo verso un legame più organico tra le donne già frequentanti la chiesa dei frati dell'Ordine Carmelitano, nella sua provincia Toscana. Originato così nell'alveo dell'Ordine senza altre presenze, connesse ad una particolare Congregazione, il gruppo di Sorelle di S. Maria degli Angeli cominciò un lungo cammino.
Secondo Claudio Catena, insorsero presto, a Firenze, dei conflitti tra le sorelle, ancora giuridicamente laiche e viventi individualmente, e il parroco di S. Frediano, nel cui territorio esse risiedevano per la raccolta delle elemosine.
E' presumibile che esistessero sia questioni di elemosine da versare al parroco da parte del gruppo carmelitano, che problemi inerenti eventuali elemosine che potevano essere fatte alle sorelle e quindi, venire sottratte
alla parrocchia. Per risolvere tali divergenze, a suo parere, si attivò la comunità fiorentina dei frati, probabilmente attraverso il suo priore Bartolomeo Masi Soderini, che ottenne, pagando le spese di viaggio, una bolla
pontificia «gratis de mandato domini papae», la Cum nulla (1452) di Niccolò V, buon amico dei Carmelitani, magari con qualche opportuna mediazione romana.
Si è detto come, fino al 1452, l'Ordine aveva sorelle professe, in taluni casi di fatto viventi in comune, ma non disponeva della facoltà di erigere ufficialmente, giuridicamente, "monasteri", ossia case religiose con vita comune.
A seguito della bolla di Nicolò V, Cum Nulla (7.10.1452), ottenuta con buona certezza dal priore del convento carmelitano di Firenze, padre Bartolomeo Masi Soderini, per le Mantellate fiorentine, l'Ordine del Carmelo fu autorizzato, per concessione pontificia, oltre ad ammettere ufficialmente le donne alla professione dell'unica Regula Carmeli, ad erigere comunità religiose femminili che, oltre al resto, non dovevano più decime alle parrocchie in cui erano situate.
Una Storia in più tappe
* Introduzione
* Le scelte del generale Jean Soreth
* Da Mantellate a Comunità religiosa