Da: S. M. MADDALENA DI FIRENZE
Eco di Dio per la nostra storia
Chiara Vasciaveo
in Horeb 1 (2007) pp. 83-89
La teologia scaturisce dalla vita spirituale
Barsotti amava richiamare la ricomposizione, nella carmelitana di San Frediano, di teologia e vita spirituale nonché la centralità della storia della salvezza prima di ogni sguardo introspettivo. Dagli anni '80, anche studiosi/e di matrice letteraria hanno dedicato non poca attenzione al dire maddaleniano e al contesto culturale della sua formazione. Affascinati dal livello linguistico, però, non sempre sono riusciti a focalizzare l'esperienza di un Dio originariamente comunicante che ella viveva, altro rispetto ad un Assoluto generico e totalmente ineffabile.
In S. Maddalena, più che identificare una "dottrina" pre-data impegnata a trasformarsi in vita, sembra evidente che sia stata l'esperienza personale del Dio Trinità, l' "accadere" della Parola
accolta nella liturgia, a diventare prima ascolto, quindi annuncio, proclamazione profetica quasi "controvoglia", poi carne e vita quotidiana.
Sicuramente: «Questa donna è "entrata" nell'esperienza teologica con tutta la sua realtà personale (natura, indole, condizione storica, ecc.) ma ha saputo abbracciare ed attingere a tutta la
realtà ecclesiale e teologica del suo tempo: spiritualità liturgia, tradizioni locali, riflessioni e ansie di rinnovamento», realizzando una teologia integrale che «è di enorme aiuto alla vita
stessa della Chiesa, alla sua comprensione teologica e alla santità del popolo di Dio» (Antonioli).
Sarebbe improponibile chiedere a Santi di altre epoche una risposta "immediata" a questioni contemporanee. Ogni creatura è figlia del proprio tempo di cui porta possibilità e condizionamenti. Non
si possono negare anche nella carmelitana di Firenze dei limiti personali e contestuali.
La tendenza al perfezionismo e allo scrupolo in un temperamento esitante, sono innegabili.
Tutto ella visse in una Chiesa con numerosi spunti di somiglianza con quella attuale, chiamata a prendere posizione dinanzi alla ricezione di un concilio importante come quello tridentino.
Il post-concilio cinquecentesco imboccò nettamente la strada della fine del dialogo con il mondo luterano e della proliferazione dei canoni disciplinari.
S. Maddalena sembrava meno fiduciosa di molti suoi contemporanei sull'efficacia provvidenziale delle leggi ed invocava una profonda conversione interiore in tutti, a partire dai responsabili ecclesiali per arrivare a religiosi e laici.
L'autenticità nella risposta al Signore, fondata sulla Parola accolta nel Liturgia sembra la prima connotazione della sua testimonianza.
Inoltre, rilevante per il nostro tempo, è il fondamento del suo itinerario spirituale, tipicamente trinitario, modulato un percorso maria-forme finalizzato alla divinizzazione.
Ci si chiede se averla ridotta all' "estatica" abbia consentito di cogliere e di valorizzare simili fondamenti.
E' rilevante, in lei, la centralità del ruolo dello Spirito, la sua obbedienza coinvolgente e trasformante, scandita dal ritmo della Pentecoste annuale. Una ricezione adeguata di tale attitudine potrebbe aprire una diversa centralità di una Chiesa che si scopre costituita da figli e figlie, non da "ancelle", da serve e servi, per diventare Comunità Sposa dell'Agnello, in forza dei segni iniziatici del Battesimo - Confermazione - Eucaristia non smembrati, né ridotti a devozioni individuali ed intimistiche.
In rapporto a ciò, numerose ed articolate sono le suggestioni che puntellano il suo percorso riguardo al carisma profetico della donna nella Chiesa, sorella capace di annunciare
l'Evangelo da contemplativa carmelitana.
In S. M. Maddalena, è evidente il recupero del carisma non esclusivo, ma ben attestato anche in donne, di una profezia evangelizzatrice. Nel dialogo col cardinale Medici (1586) che quasi impose
ad una comunità in preda al panico, non si può negare la richiesta di una matura partecipazione al discernimento ecclesiale pur nella specificità e diversità di diversi carismi e ministeri.
Di sicuro, un segno che autentica la vera mistica cristiana è il coinvolgimento partecipe nella vita della Chiesa e della storia del propri tempo, della creatura coinvolta dall'amore della
Trinità. Ben note e di tardiva pubblicazione sono le maddaleniane Lettere della Renovazione (edite nel XVIII sec.), sulla falsariga dell'epistolario cateriniano. Ma al di là del
frammento del 1586, l'intera sua esistenza non sfuggì il problema di una vita religiosa e di una vita cristiana mediocre quando non puramente formale.
S. Maddalena è stata donna di molti dubbi e di molto amore. La sua fede, sull'esempio della Maddalena evangelica, apostola degli apostoli nella tradizione delle Chiese orientali, l'ha portata a rischiare la propria esistenza in un'obbedienza allo Spirito singolare che sembrò incontrare durante la sua esistenza più smacchi che risultati. Non sembra che sinora il suo messaggio spirituale, la sua visione comunionale di Chiesa, la sua libertà nell'obbedienza allo Spirito abbiano avuto altro che una limitatissima ricezione.
Sarebbe auspicabile che in una Chiesa che pone a tema la ricchezza dei carismi femminili, avesse luogo la riscoperta effettiva della sua esperienza e delle sue parole, dense di una richiesta
esigente a favore di un profondo rinnovamento ecclesiale.
Val la pena lasciare a lei l'ultima parola, con il suo sguardo penetrante che si fissò, come Mosé, su un orizzonte intravisto ma non gustato:«Vedeva un'aquila morta, la quale da molti aquilini
era elevata in alto. E in esser così elevata, detta aquila tornava in vita e elevava in alto poi i detti aquilini. E tutti quelli che mangiavano del cuore di quell'aquila morta, diventavono ancor
loro aquilini per virtù di quel cibo» (Renovazione della Chiesa, 341).