S. CATERINA DA SIENA
S. Caterina da Siena è stata, per intere generazioni di donne, particolarmente toscane, un esempio fulgido di santità profetica e rinnovatrice. Anche per la carmelitana fiorentina, S. Maria Maddalena de' Pazzi, ella ebbe un ruolo formativo irrinunciabile, attraverso l'esempio di S. Caterina de' Ricci e della B. Maria Bartolomea Bagnesi.
* Tu, o Maria, sei fatta libro nel quale oggi è scritta la regola nostra. In te oggi è scritta la sapienza del Padre eterno, in te si manifesta oggi la fortezza e libertà dell’uomo… In te, Maria, vedo che la mano dello Spirito santo ha scritta in te la Trinità, formando in te il Verbo incarnato.
* Quando lo sposo si unì alla sposa, cioè la divinità del Verbo alla umanità nostra, e di questa unione fu mezzo Maria, che vestì te sposo eterno della sua umanità.
* Se io considero il grande consiglio tuo, Trinità eterna, vedo che nel lume tuo vedesti la dignità e nobiltà dell’umana generazione.
* O Dio eterno, nel lume tuo ho veduta quanta conformità tu hai data di te alla tua creatura, onde io vedo che tu l’hai posta quasi in un cerchio, che da qualunque parte ella va, si trova in esso.
* E benché tu sei fuoco che sempre ardi, non consumi però mi le cose che ti sono gradite, benché sempre consumi tutto quello che ha l’anima fuori di te.
* O Fuoco d’amore, tu ardi i cuori delle creature col fuoco dello Spirito santo di desiderio d’amare e seguire te in verità.
* Supplico dunque che, poi che tu ispiri nelle menti dei servi tuoi gli ansietati e infocati desideri per la riforma della sposa tua e li fai gridare con continua orazione, che tu esaudisca il grido loro.
Cf S. Caterina da Siena, Orazioni, G. Cavallini a cura di, Siena 1993.
Lettera n. 206
A Gregorio XI
Al nome di Gesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
Santissimo e dolcissimo Padre in Cristo dolce Gesù, io vostra indegna figliuola Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo…
Tre cose principali vi conviene adoperare con la potenzia vostra.
Cioè, che nel giardino della santa Chiesa voi ne traggiate li fiori puzzolenti, pieni d’immundizia e di cupidità, enfiati di superbia; cioè li mali pastori e rettori, che attossicano e imputridiscono questo giardino.
Oimé, governatore nostro, usate la vostra potenza a divellere questi fiori. Gittateli di fuori, che non abbino a governare.
Vogliate ch’egli studino a governare loro medesimi in santa e buona vita.
Piantate in questo giardino fiori odoriferi, pastori e governatori che siano veri servi di Gesù Cristo, che non attendano altro che all’onore di Dio e alla salute dell’anime e sieno padri de’ poveri.
Oimé che grande confusione è questa, di vedere che debbono essere specchio in povertà volontaria, umili agnelli…ed egli si veggon in tante delizie e stati e pompe e vanità del mondo, più che fussero mille volte nel secolo!
Ma pare che la somma e eterna Bontà faccia fare per forza quello che non è fatto per amore: pare che permetta che gli stati e delizie siano tolti alla sposa sua quasi mostrasse che volesse che la Chiesa santa tornasse nel suo stato primo poverello…
Io vi dico, Padre in Cristo, che voi veniate tosto come agnello mansueto…usando solo l’arma della virtù dell’amore, mirando solo avere cura delle cose spirituali…
Non dico di più. Perdonate, Padre, la mia ignoranzia; scusimi dinanzi alla vostra benignità l’amore e dolore che mel fa dire. Datemi la vostra benedizione.
Permanente nella santa e dolce dilezione di Dio.
Gesù dolce, Gesù amore.
Cf S. Caterina da Siena, Le lettere, U. Meattini
a cura di, Milano 1987.