La S. Croce di Lucca
La S. Croce di Lucca

Il Carmelo della

S. Croce di Lucca  

- Napoli - 

 

Il 14 Marzo a 1537, dinanzi al notaio Giacomo Scarano di Castel S. Vincenzo, suor Cremona Spinelli acquistò dai coniugi Lattanzio de Aiutorio e Porzia Mirta, alcune case «sotto la denominazione Santa Croce del Volto Santo di Lucca».


In questo modo umile ebbe inizio il più antico Carmelo femminile del Meridione, immediatamente posto sotto la giurisdizione dell'Ordine. Da esso sarebbero fioriti diversi germogli. Sempre a Napoli sarebbe stato fondato il monastero del SS. Sacramento e di S. Maria Maddalena (1637-1806). Si ricordano, inoltre, le fondazioni di Putignano (1552 - XIX sec.), Castellammare (1560 - 1952) e Allentown (Usa 1931 -) da cui derivarono molte fondazioni delle carmelitane di clausura negli USA.


L'ex Carmelo di Putignano
L'ex Carmelo di Putignano

Scarso materiale del periodo più antico è rimasto in archivio, per cui una ricostruzione dettagliata delle scelte compiute dalle monache della Croce di Lucca non è agevole.

 

In una città attraversata da ristretti circoli sensibili alla predicazione riformata, il culto al S. Volto e la centralità della celebrazione liturgica ci consentono di tratteggiare un profilo comunitario tradizionale e tranquillo, per diversi aspetti seriamente ascetico.

 

A questa fase di vita del monastero appartengono i primi testi legislativi custoditi nell'archivio del monastero, come il manoscritto della Regola e delle Costituzioni del 1538, alcune fonti liturgiche come il Rituale per le vestizioni e professioni, dei Corali e la scultura lignea che riprende i tratti del Crocifisso di Lucca.

 

Seguirono, nei secoli, molteplici spostamenti, particolarmente a causa delle soppressioni e dell'esproprio del sito monastico di via dei Tribunali nel 1900, per la costruzione del Policlinico, prima a Salita Pontecorvo a Napoli, poi a Portici.

 

A malapena, con una sottoscrizione che vide coivolti numerosi intellettuali napoletani, tra cui B. Croce, fu salvata dalla demolizione solo la chiesetta monastica.

Dal 1993, la Comunità ha risieduto a Roccagloriosa (SA) nel complesso monastico di S. Mercurio, risalente al X sec., fino al 1 Ottobre 2013, data in cui è stato soppresso.

Il suo archivio storico è pervenuto al Carmine Maggiore di Napoli, mentre le monache rimaste sono state trasferite nel monastero di Fisciano.

 

 

  

Il Crocifisso "dal capo piegato"

 

Non si esclude che ai primi decenni del Seicento, sia ascrivibile anche il bel Crocifisso ligneo (ora nel refettorio monastico), col capo piegato in modo accentuato in un abbandono filiale e sereno nelle mani del Padre che forse dominava la Scala Santa.

 

Ad esso è legato un "fioretto carmelitano" incentrato, come spesso accade, su di una semplice conversa.
La tradizione orale, spesso rievocata a chi aveva la fortuna di ammirare questo Crocifisso, narra che la monaca era tormentata da alcuni suoi peccati commessi "mentre si trovava ancora nel mondo". Nello spirito del tempo, disperava per la propria salvezza e per un perdono percepito come impossibile. Una volta, più turbata che mai, si rivolse direttamente al Crocifisso dicendo:"Ma, Tu, puoi perdonarmi?". Ed Egli, con una sobrietà invidiabile, si limitò a chinare il capo che rimase per sempre così.


Ovviamente, non è fondamentale che la narrazione sia autentica. E' rilevante, invece, che esista evidenziando come, anche in un ambiente monastico tendenzialmente rigorista, i "fioretti" assumevano il ruolo di vera e sapienziale teologia narrativa.


Per le Carmelitane della S. Croce di Lucca, S. Alfonso che aveva una cugina nell'altro Carmelo di Napoli, S. Maddalena de' Pazzi, scrisse una rinnovazione dei voti rimasta in uso dalle monache fino alla chiusura del monastero.

 

Cf C. Vasciaveo, Il giardino delle Carmelitane, Cantagalli, Siena 2003, pp. 29-33.


Fomula professione scritta da S. Alfonso
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