Madre Angela Marrapese e la Riforma di Capua

 

1711-1789

 

Angela era figlia di Giuseppe Marrapese e Cristina Gaglione del Casale di Pantoliano. Nata nel 1711, le prime notizie che si hanno di lei risalgono al 1730, quando insieme alla sorella Matilde, entrò in contatto con l'esperienza di due terziarie carmelitane a Capua, Maddalena Finei di Melfi e Maria Antonia De Caprio, sorella di don Antonio di Capua, entrambe dirette dal  carmelitano p. Pagnani.

 

Il padre, forte dell'appoggio del vicario diocesano Antonio Manerba, aveva dato loro l’abito di terziarie carmelitane, con  i nomi, rispettivamente, di Maria Giuseppina di Gesù e Maria Maddalena del Sacro Cuore. A causa dell'opposizione dei famigliari, solo nel 1732 Angela Marrapese poté prendere l'abito di terziaria, con il nome di Suor Maria Angela del Divino Amore.

 

La città di Capua era ricca di monasteri. Due erano i monasteri di Regola benedettina e di matrice nobiliare: San Giovanni e S. Maria; nel 1627, ad essi, si era affiancato S. Girolamo per le figlie della piccola nobiltà locale in ascesa. Di Clarisse, invece, era il monastero del Gesù. Ad essi si aggiungevano ben sei conservatori. E' chiaro che la città non era favorevole ad un'altra comunità da mantenere.

 

Chiesa S. Maria - Benedettine
Chiesa S. Maria - Benedettine
S. Maria Maddalena de' Pazzi
S. Maria Maddalena de' Pazzi

Le Carmelitane a Capua


L'affermarsi del gruppo di terziarie attirò molte critiche e assalti, in primis, contro il Pagnani e suor Angela. La giovane, che non mancava di carattere, sul modello di S. Maria Maddalena de' Pazzi, Santa dal 1669 e modello per tutte le donne dell'Antica Osservanza del Carmelo, pare fosse arricchita di particolari doni di spirito. 

 

Ai monasteri capuani, ricchi di beni mobili e immobili, ricettacolo di figlie della nobiltà, con uno stile talvolta mondanizzato, si affiancò dal 1732 l'umile gruppo delle Terziarie Carmelitane del Pagnani, riunite prima in una casa privata, poi, 1738, nel modesto Conservatorio di S. Gabriello, fondandosi nei suoi inizi solo sulla Provvidenza.


Riforma della Congregazione Mantovana "Le Selve"
Riforma della Congregazione Mantovana "Le Selve"

Le Riforme nel Carmelo


Si trattava di una realtà altra, sia per origine sociale, assai modesta, sia per proprietà immobiliari, inesistenti, che per stile di vita, simpatizzante per le “Riforme” presenti nei vari Ordini, di cui la più celebre fu quella di Teresa d'Avila, in Spagna, che aveva potuto crescere anche grazie al patronato regio di Filippo II, ma poi, dopo la morte della Santa, aveva finito per staccarsi dall'Ordine.

 

Nello stesso Ordine del Carmelo erano presenti da secoli, la Riforma convogliata nella Congregazione Mantovana nel Nord Italia, la Riforma di Turenne in Francia, la Riforma di S. Maria della Vita (a Napoli), di Piemonte, di Monte Santo e di S. Maria Scala del Paradiso (in Sicilia). 



Il Conservatorio di San Gabriello


Suor Angela era giovane e determinata, inoltre non era monaca, ma terziaria, non certo di origine nobiliare, tutte situazioni che l'avrebbero protetta in caso di contenzioso. Così dovette armarsi di molta pazienza, rispondendo in lungo e in largo a vari confessori che finirono, dopo non poche controversie, per dichiarare autentiche le sue esperienze e proveniente dal Signore il suo voler perseguire un progetto di vita serio e penitente. Ma se scampò agli esaminatori non sfuggì alle molte chiacchiere di paese che resero impegnativo il suo cammino.


Il gruppo di San Gabriello aveva uno stile di vita austero, secondo la “stretta osservanza” dell'Ordine Carmelitano. Dalla maggior parte delle deposizioni del Processo di beatificazione del Pagnani, è evidente che le Costituzioni prima del gruppo poi del monastero di San Gabriele, erano frutto della meditazione di suor Angela e delle sue esperienze spirituali ispirate a S. Caterina da Siena e S. Maria Maddalena de’ Pazzi.  

 

Il Legame con S. Maria Maddalena de' Pazzi


Suor Angela appariva indubbiamente legata al culto della mistica fiorentina di cui aveva ottenuto una piccola tempera su legno raffigurante un Ecce Homo (ora nel Museo Diocesano). Inoltre, il Convento delle Carmelitane accoglieva diverse reliquie provenienti dal Carmelo fiorentino, mentre in una bella cornice d'argento, di fattura fiorentina, ancora si può vedere un soggolo della stessa Santa.

 

Ovviamente, secondo i gusti del tempo, l'ansia di riforma della Chiesa e degli Ordini religiosi, fu incanalata in un vissuto ascetico a tutta prova, come contestazione dello stile mondano e rilassato di troppi ecclesiastici. Infatti le Sorelle scelsero di recitare il mattutino a mezzanotte seguito da un’ora di orazione mentale. Tra le austerità, i letti erano semplici tavole di legno con l'uso di una sola coperta. 

Si praticava l’astinenza dalla carne e dallo strutto e le sorelle andavano scalze con i soli sandali, cosa che irritava alcuni carmelitani come p. Cirillo Fraina o il provinciale Angelo Ricci che non gradiva tale richiamo costante alla povertà, implicito rimprovero al modo di vivere più diffuso nell'Ordine.

Numerosi e stretti erano i digiuni, a pane ed acqua nelle vigilie delle sette festività della Vergine Madre di Dio, in tutti i Sabati dell’anno, nelle feste di San Gabriele Arcangelo, oltre ad una quaresima supplementare, di taglio mariano (di matrice ortodossa?) di ben 63 giorni, in onore degli anni di Maria Santissima, dal 13 di Giugno al 14 di Agosto.


Il Carmelo Regio di "stretta osservanza"


Dal 14 Febbraio 1752, S. Gabriello fu riconosciuto come Conservatorio di patronato regio e, poco dopo, ebbero inizio le visite regali con un approfondirsi dell'amicizia tra madre Angela e la regina Amalia di Sassonia.

Dal 1753, Suor Maria Angela del Divino Amore aveva chiesto l'approvazione delle Costituzioni da lei tracciate insieme al Pagnani, ma solo nel 1759, durante il generalato del p. Pontalti e grazie alla mediazione regia, col Breve In supremo del 28 Agosto, Clemente XIII le aveva approvate. Non a caso nel Breve si ricordava che il Carmelo capuano era stato eretto “grazie all'opera, all'impegno, alla diligenza, consiglio e zelo religioso del P. Maria Salvatore Pagnani dello stesso Ordine”.  


Nel 1764 diede anche origine, a Grumo Nevano, ad un altro Carmelo San Gabriele, inviando le monache da Capua ed ottenendo il permesso pontificio di poterlo visitare alcune volte all'anno.

Piuttosto che nelle file della nobiltà, il Carmelo S. Gabriello reclutava le nuove sorelle tra le figlie della borghesia emergente legata ai Borboni e particolarmente tra le famiglie dei militari dell'esercito borbonico, ricevendo vocazioni da tutta Italia, da Genova a Palermo, dalla Spagna alla Corsica. Come in tutti i monasteri carmelitani era attivo un educandato da cui spesso provenivano delle vocazioni.

 

Più tardi, il 28 Gennaio 1763, fu chiesto al Papa come superiore regolare permanente il fondatore p. Pagnani sottomettendo il monastero direttamente al generale dell'Ordine ed infine la sua trasformazione da Conservatorio in monastero di clausura (30 Agosto 1764). Ciò che contraddistingueva il monastero “era la stretta e regolare osservanza che tutte le monache portavano avanti, a partire dalla madre Angela che era stimata da tutti per i suoi santi costumi” che fu anche nominata dal Papa priora a vita.


 

Madre Angela buona amica di grandi personaggi


Oltre che ammessa all'amicizia della regina Amalia di Sassonia, che volle essere sepolta con l'abito del Carmelo San Gabriello, Suor Maria Angela del Divino Amore fu amica di molti ed importanti ecclesiastici del suo tempo con cui intrecciò un'interessante corrispondenza anche se moltissimo di quanto da lei scritto è andato perduto. 

Oltre al carmelitano Pagnani, fu buona amica di diversi generali dell'Ordine Carmelitano che si spesero per una sua riforma, a partire da p. Gioacchino Pontalti. Fanno riflettere le lettere accorate di quest'ultimo sulla situazione dell'Ordine e della Chiesa nella seconda metà del XVIII secolo, particolarmente per lo stato delle  province carmelitane della Puglia e della Sicilia.

 

Suor Maria Angela fu anche in relazione, oltre che con vari frati Carmelitani, con i successivi Generali, p. Giuseppe Ximenes che, dopo l’espulsione dei gesuiti dalla Spagna e dal Regno di Napoli, chiese addirittura l’intercessione di Angela Marrapese per comunicare al Re Cattolico la volontà manifestata da Clemente XIII (1693 - 1769) di giungere a un compromesso finalizzato a salvare altri ordini religiosi.

P. Mariano Ventimiglia, già Generale, nelle sue opere non manca di far cenno alla particolare osservanza del suo monastero con accenti elogiativi.

 

Ancora nel 1780, il Generale Carmelitano Audras (1780-1788), scriveva alla madre Angela per ottenere la sua mediazione presso i sovrani per i bisogni dell'Ordine come a lei si rivolse il fondatore dei Redentoristi, S. Alfonso che chiedeva aiuto nelle difficoltà della sua fondazione (e rimangono diverse lettere al proposito) o i Gesuiti per ottenere il favore del re nel Regno di Napoli. Si trattava di un ruolo assai poco consueto in un universo maschile e per diversi accenti misogino.

 


La chiusura del Carmelo S. Gabriello 

 

Madre Angela del Divino Amore morì a Capua il 15 Gennaio del 1789, pochi mesi prima dell'inizio della rivoluzione francese. Il suo monastero, per il quale tanto si era spesa, riuscì a resistere alla prima soppressione del 1812, malgrado il saccheggio e gli atti di vandalismo che ebbero luogo. Fu l'unico a riaprire durante la Restaurazione nel 1815, ma nella difficile ripresa giunse la seconda soppressione del 7 Luglio 1866. Che il tronco fosse robusto e la resistenza tenace lo testimonia il fatto che ancora nel 1880 si trovavano in esso ancora otto coriste e quattro converse.


Una figura da riscoprire


Le capacità umane e spirituali non comuni di madre Angela insieme al suo ruolo di mediatrice tra i vertici dell'Ordine e la monarchia borbonica, fecero di lei una figura molto nota nel suo tempo, tanto che la storiografia laica ha riscoperto negli ultimi anni il suo profilo, pur riducendo a “donna di palazzo” il suo complesso ruolo.


Sfuggono ad un simile approccio sia lo spessore spirituale della fede della Marrapese, sia i modelli carmelitani cui si è rifatta, quanto la sua specifica vocazione nell'Ordine in un momento di drammatica crisi a cui non si arrese mai.

 

Madre Angela, priva di ogni appoggio familiare, con la sua sola fede nella risposta al Signore, certo si era ispirata alla santità profetica di S. Maria Maddalena de' Pazzi. Ma, rispetto alla sua madre nel Carmelo, era stata capace, sul modello di Santa Teresa o della Ven. Rosa Maria Serio, di associare tale vissuto spirituale ad un corposo impegno per  il consolidamento della sua Comunità, cercando aiuto finanziario e giuridico nei sovrani del Regno di Napoli.

 

Senza Filippo II la Riforma teresiana si sarebbe fermata ben presto e, senza i cospicui investimenti di molti nobili nelle sue fondazioni, sia per motivi spirituali che di vanità di casato, a poco sarebbe valsa la virtù di Teresa e di tante sue sorelle. Se questo è dato storico riconosciuto per S. Teresa, perché non dovrebbe valere per altre priore poste in un complesso ruolo di governo in un epoca di profondi sconvolgimenti storici?


Madre Marrapese ebbe in sorte un'epoca e un luogo diverso dalla Spagna filippina e la sua amica Amalia di Sassonia morì troppo presto per i vasti progetti che anche i Generali dell'Ordine speravano di attuare grazie all'incisiva figura della carmelitana di Capua.

Stupisce la carente attenzione, da parte della storiografia cattolica e particolarmente carmelitana, nei confronti di una figura storica di tale rilievo senza pari, per ruolo, a nessun'altra carmelitana.

Colloqui I

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Le Lettere della Beata Maria Bagnesi - 2022
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Nuova Antologia delle parole di Santa M. Maddalena de' Pazzi - 2021 Prefazione G. Betori
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